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11 marzo 2007

Omaggio ad Elisa Salerno






Il 15 febbraio 1957, in solitudine e povertà, moriva a Vicenza Elisa Salerno, dopo una vita interamente consacrata a quella che lei amava definire “la causa santa della donna”, alla quale si era dedicata per lunghi anni con l’unica arma della penna, scrivendo articoli, fondando e dirigendo giornali, pubblicando saggi e romanzi che promuovessero la dignità e i diritti delle donne. La sua città, per iniziativa dell’Associazione “Presenza Donna”, in collaborazione con l’Associazione Genitori di Mirabella ed il Coro “Città di Thiene”, ha voluto dedicarle un omaggio.


 

 





   





   

La necessità di avere una causa santa nella vita per poter partecipare attivamente alla costruzione di una civiltà e la scrittura come espressione del proprio pensiero e del proprio modo originale di sognare il futuro da costruire, sono state le due sfide raccolte e interpretate da Dacia Maraini, scrittrice italiana, intervenuta al Convegno svoltosi domenica 11 marzo al Canneti di Vicenza.

 





 

 Nell’Auditorium gremito di gente, attraverso la voce di Franca Grimaldi e l’entusiasta presentazione della Maraini, a cui ha fatto eco la splendida esecuzione del coro Città di Thiene, Elisa Salerno è stata protagonista unica di un pomeriggio in cui la sua città ha riconosciuto lo spessore umano, intellettuale e di fede di una donna che ancora molto ha da dire.


Dacia Maraini, che sembrava essersi davvero immedesimata nella figura di questa donna, che ha definito umile e coraggiosa, ingenua e audace, tra gli applausi del pubblico ha concluso il suo intervento affermando che, con certezza, Elisa Salerno avrebbe apprezzato, oltre i brani etnici con cui è stato interpretato il suo temperamento e il contenuto dei suoi scritti, anche il convenire di molte persone che l’hanno fatta rivivere, colmando la solitudine nella quale 50 anni fa è morta.






   






 Alla nipote Giulia, Elisa Salerno nel 1943 scriveva: “La nostra vita è  sacra. Perciò, se Iddio vorrà che la perdiamo tragicamente, nelle presenti calamità, offriamola fin d’ora a Dio, in sacrificio per la salvezza e per il trionfo della suddetta santa Causa.Don Dario Vivian, moderatore dell’incontro, bene ha commentato questa affermazione della Salerno attraverso le parole di Gesù, mistica fune che l’ha sempre tenuta aggrappata alla Chiesa: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto”.


E’ giunto il tempo per noi donne e uomini di oggi, di raccogliere questi frutti e di impegnarci perché altri ne possano maturare.