La mia esperienza di volontaria presso il CDS Presenza Donna
…Camminando ti sarai accorta che qualcosa sta cambiando. Non solo il paesaggio intorno ti dice che non sei in un luogo conosciuto del tuo quotidiano, ma anche i paesaggi del cuore dicono che qualcosa sta mutando: avverti la naturale fatica dei primi passi, il peso dello zaino, il sudore della fronte e il cuore che batte. Il cuore ha un linguaggio al quale dobbiamo addomesticarci… (M. Reschiglian, A. Seracchioli)
3.702.645 passi fa, pensavo questo… Aver terminato la laurea triennale all’università chiedeva che io mi rimettessi in gioco nella vita, facendo una scelta consapevole per il mio futuro: il Servizio Civile. Nel giro di due settimane si sono susseguiti rapidamente tanti pensieri e tante valutazioni che mi hanno portata alla fine ad inviare la domanda. Nel momento della selezione mi sono trovata faccia a faccia con il mio possibile futuro. Che emozione! Non ricordo esattamente cosa mi è stato chiesto durante il colloquio, se non che chiudendomi alle spalle la porta d’ingresso del Centro Documentazione e Studi Presenza Donna speravo di aver fatto una buona impressione – e non immaginavo che per altri 234 giorni avrei afferrato la stessa maniglia e una volta girata la chiave, sarei entrata ogni mattina in biblioteca, da volontaria… É cominciata così la mia esperienza a Presenza Donna, carica di attesa, un po’ di paura, ma anche di tanta gioia, perché la novità spaventa, ma se si è in grado di accoglierla veramente, regala doni inaspettati: dona innanzitutto l’amicizia di altre 7 ragazze che come me hanno deciso di mettersi in gioco da volontarie; dimostra poi la fiducia delle responsabili e dà la possibilità di misurarsi con i propri punti di forza e le proprie debolezze, potendole guardare da una prospettiva differente, forse migliore, di quanto non si era riusciti a fare in passato; regala, infine, un tempo per mettere a fuoco il/i proprio/i obiettivo/i nella vita e gli strumenti per iniziare a lavorarci su, come uno scultore, che a partire dalla materia grezza, modella pazientemente la sua opera in forme sempre più aggraziate.
3.702.645 passi fa, pensavo questo… Aver terminato la laurea triennale all’università chiedeva che io mi rimettessi in gioco nella vita, facendo una scelta consapevole per il mio futuro: il Servizio Civile. Nel giro di due settimane si sono susseguiti rapidamente tanti pensieri e tante valutazioni che mi hanno portata alla fine ad inviare la domanda. Nel momento della selezione mi sono trovata faccia a faccia con il mio possibile futuro. Che emozione! Non ricordo esattamente cosa mi è stato chiesto durante il colloquio, se non che chiudendomi alle spalle la porta d’ingresso del Centro Documentazione e Studi Presenza Donna speravo di aver fatto una buona impressione – e non immaginavo che per altri 234 giorni avrei afferrato la stessa maniglia e una volta girata la chiave, sarei entrata ogni mattina in biblioteca, da volontaria… É cominciata così la mia esperienza a Presenza Donna, carica di attesa, un po’ di paura, ma anche di tanta gioia, perché la novità spaventa, ma se si è in grado di accoglierla veramente, regala doni inaspettati: dona innanzitutto l’amicizia di altre 7 ragazze che come me hanno deciso di mettersi in gioco da volontarie; dimostra poi la fiducia delle responsabili e dà la possibilità di misurarsi con i propri punti di forza e le proprie debolezze, potendole guardare da una prospettiva differente, forse migliore, di quanto non si era riusciti a fare in passato; regala, infine, un tempo per mettere a fuoco il/i proprio/i obiettivo/i nella vita e gli strumenti per iniziare a lavorarci su, come uno scultore, che a partire dalla materia grezza, modella pazientemente la sua opera in forme sempre più aggraziate.
Tutte le attività svolte durante l’anno – a partire dalla formazione generale e specifica – sono state momenti di crescita unici, ciascuno per la specificità dell’argomento, ma anche per l’intensità con cui sono stati vissuti. La formazione generale ha costituito un tassello fondamentale nella creazione di una coscienza critica rispetto a quello che sarei andata a vivere col passare dei mesi e tematiche quali l’identità del gruppo in formazione, la comunicazione interpersonale e la gestione dei conflitti sono state altrettanto fondamentali per capire come collocarmi all’interno del progetto, ma soprattutto all’interno del gruppo di volontarie. Fin dai primi giorni ho imparato che lavorare in squadra, essere parte di un team, richiede l’educarsi al confronto, al procedere equilibrato per aspettare i tempi di tutti e all’attenzione per le consegne che vengono date: rispondere in modo efficace ad una richiesta specifica è un ingrediente da non tralasciare se si desidera raggiungere il risultato prefissato.
Affianco alla formazione generale, quella specifica mi ha segnata in modo particolare. “Conosci Elisa Salerno?” – mi disse Laura, la volontaria che mi ha preceduta nella sede di Presenza Donna – “Beh se non hai idea di chi sia non ti preoccupare! Imparerai a conoscerla strada facendo e vedrai… ti piacerà!”… aveva ragione! La parte di formazione dedicata alla cultura di genere e alla questione femminile, all’interno della quale sono stata introdotta alla figura di questa donna profetica, è stata quella che più mi ha colpita e interessata. Mi ha parlato di una realtà dura, all’interno della quale la donna, per quanto lottasse, non era solita vedere garantiti i propri diritti. Elisa Salerno, ha deciso di farsi carico delle fatiche del genere femminile, diventando una penna inquieta per provare a dialogare con chi, invece, le cose avrebbe potuto provare a cambiarle. E questa ostinazione di Elisa (nella vita e nella fede) mi ha interrogata a lungo sulla società di cui io stessa faccio parte, una società che, pur essendo progredita rispetto a quella in cui lei è vissuta, si scontra ancora e in modo drammatico con le stesse problematicità, irrisolte: ora come allora.
I partenariati realizzati con la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, la NOI Associazione, Donna Chiama Donna e il Comune di Vicenza con la Fondazione San Gaetano mi hanno consentito di conoscere più da vicino realtà associative e/o di volontariato che prima sapevo essere presenti sul territorio, ma non la specifica modalità di intervento in esso: da ognuno ho potuto conoscere meglio gli enti partner di Presenza Donna per l’esperienza di Servizio Civile Universale e conoscere persone veramente in gamba, che hanno scelto di mettersi a servizio della comunità nell’ottica di promuovere il benessere di ogni suo elemento, dalla popolazione giovanile a quella adulta, nessuno/a escluso/a.
Giorno dopo giorno, mi sono resa conto che collaborare alla realizzazione di ogni attività del CDS in modo sinergico con Enrico e la mia OLP sr. Elisa mi ha permesso d’intrecciare l’interesse personale per le tematiche che via via sia andavano approfondendo e le finalità che il raggiungimento di ogni obiettivo portava con sé. Non c’è abbastanza spazio qui per poter elencare tutto il lavoro svolto: i dettagli di ogni evento, di ogni conferenza, convegno o semplice incontro li porto nel cuore, per farmene testimone con altri giovani e giovani donne ogni volta che ne avrò la possibilità. Aver svolto la mia esperienza presso il CDS Presenza Donna ha avuto certamente un valore aggiunto per me: la crescita personale non solo singola, ma anche in relazione ad un contesto più ampio e di gruppo, nonché una crescita accompagnata dal primo giorno all’ultimo, senza mai essere lasciata sola a gestire situazioni per cui non ero stata formata o di cui non disponevo gli strumenti necessari. Aver avuto poi la possibilità di documentare con pagine web, post Facebook, trascrizioni di conferenze e realizzazioni di atti quanto ho vissuto mese dopo mese, mi ha aiutata a riflettere sul bagaglio di vita che pian piano mi stavo costruendo: quanti incontri, sguardi, parole e tempo sono stati investiti da parte mia collaborando con il CDS per fare cultura, trasmettere passione, riflettere su questioni di genere! Anche le presentazioni di libri cui ho partecipato hanno avuto il pregio di far sorgere in me tante domande a cui spero di poter dare risposta tenendo vivo l’interesse rispetto ad ogni tematica esposta: questioni teologiche, ecologiche, biografiche, bibliche, di genere. Quanta ricchezza, varietà, quanta bellezza riscoperta anche nello svolgimento di semplici commissioni quotidiane, che lette nel complesso di tutta l’esperienza ne costituiscono parte integrante.
È, quindi, con tanta gratitudine che mi volto indietro e riguardo tutto il percorso fatto: quanti passi sarebbero stati impossibili se mossi in solitaria! L’affiancamento di sr. Elisa, il coordinamento di sr. Maria Grazia e la professionalità di Enrico – collega nel quotidiano – hanno reso estremamente formativo il mio anno di Servizio Civile Universale: la scelta di fare domanda per Presenza Donna si è rivelata vincente su più fronti, sia quello che mirava all’acquisizione di competenze per una possibile professione futura nel campo, che quello delle relazioni, il lato più umano. L’intraprendenza di sr. Federica, la carica di certe socie del CDS, la competenza della direttrice Donatella Mottin e la dinamicità – concreta, ma anche spirituale – della Congregazione, sono stati il motore che mi ha garantito la possibilità di svolgere al meglio ogni attività prevista dal progetto. Mi sento cambiata come persona, migliorata come donna, più determinata come giovane, più consapevole come cittadina del mondo. E quindi credo di poter dire con certezza che in me il Servizio Civile Universale ha fatto centro. Aver preso estremamente sul serio la responsabilità assunta ad inizio alla firma del contratto mi ha portata a raggiungere – non senza risparmiarmi fatiche e criticità – tutti gli obiettivi prefissati e a desiderare di poter collaborare ancora in futuro con una realtà vitale per il territorio, capace di generare bellezza facendosi portavoce delle istanze della donna nella società e promuovendone la figura a 360°.
Oggi volto una pagina importante, per scriverne tante altre d’interessanti nel libro della mia vita: lo faccio con gioia e già un po’ di nostalgia, ma mi affretto a posare la penna sul foglio (o meglio, le dita sulla tastiera) perché per ogni fine c’è un nuovo inizio, e non voglio perdermi nessun dettaglio di quello che verrà. Lascerò traccia, perché questo mi ha insegnato l’anno che volge al termine: attraversare il servizio, lasciandomi a mia volta attraversare da esso, mi ha portata più lontana di quanto pensassi aiutandomi a tratteggiare meglio i contorni dei miei desideri. Grazie a quanti mi hanno affiancata quest’anno e mi affiancheranno in futuro per realizzarli.
Lara Iannascoli