IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA
BRICIOLE di VITA per TERRE di SPERANZA Preghiera nel Coro delle Monache in Araceli Vecchia a Vicenza 8 marzo 2012 a cura dell’Associazione “Presenza Donna” | ||
Come ogni anno, dal 2000, e quest’anno, ancora più numerosi, ci siamo ritrovati la sera dell’8 marzo per la tradizionale preghiera al femminile, che per questa giornata internazionale della donna è stata preceduta da una serata a carattere testimoniale con la presenza di sr. Alicia Vacas Moro, suora comboniana impegnata nei processi di riconciliazione che coinvolgono i territori occupati della Cisgiordania. | ||
La preghiera è stata introdotta da Francesca Nardin, una socia di “Presenza Donna”, che ha presentato sr. Alicia, di origine spagnola, infermiera professionale, da oltre 13 anni in missione nei paesi arabi e dal 2008 in Terra Santa. Attualmente vive a Betania in una comunità tagliata in due dal muro: una parte in territorio israeliano e una parte in territorio palestinese. | ||
INCONTRI DI TERRE La preghiera è iniziata con la lode, prendendo spunto dalle donne africane recentemente insignite del Premio Nobel per la pace: con Wangari Maathai, la madre degli alberi, abbiamo benedetto il Signore per le briciole di vita per terre rinverdite dalla speranza; con Ellen Johnson Sirleaf, presidente della Liberia, abbiamo lodato il Signore per le briciole di vita politica per terre di speranza; con Leymah Gbowee, liberiana, abbiamo lodato per le briciole di vita in dialogo e con Tawakkul Karman, abbiamo benedetto per le briciole di vita libera e liberata. | ||
INCONTRI DI VOCI Mentre il coro e l’Assemblea cantavano, la Parola del Vangelo è stata intronizzata, preceduta da una lampada accesa, dall’incenso che spandeva il suo aroma profumato e dai fiori colorati, segno dei tanti fiori distribuiti con le luci e i pani in diversi punti del Coro delle monache, dove si è tenuta la preghiera. | ||
INCONTRI DI FEDE Partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: “Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio”. Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i discepoli gli si accostarono implorando: “Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando”. | ||
Gesù rispose: “Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele”. Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: “Signore, aiutami!”. Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini”. “E’ vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”. Allora Gesù le replicò: “Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri”. E da quell’istante sua figlia fu guarita. | ||
Sr. Alicia, a partire dalla propria esperienza di donna straniera, appartenente ad una religione minoritaria, com’è quella cristiana in Terra Santa, considerata “pagana” sia dagli ebrei che dagli arabi, ha commentato il brano biblico della donna cananea, che ha saputo fare breccia nel cuore di Gesù per amore della figlia posseduta dal demonio. |
Briciole dammi solo briciole e mi basteranno perché io ho fame e non spreco nulla fame di vita vera fame di te… Apri gli occhi e vedi un mondo nuovo da percorrere per la tua parola. Donna straniera: perciò ho qualcosa da insegnarti. (M. Marcolini) | ||
“Noi sappiamo bene di non poter risolvere i vostri problemi, né quelli sanitari né, tanto meno, tutti gli altri, ma ci sta a cuore la vostra sofferenza. Siamo venuti a porgervi il nostro sostegno e la nostra amicizia, la nostra solidarietà e le nostre mani; a dirvi che non siete soli…” Sr. Alicia Vacas | ||
Sr. Alicia ha portato la propria testimonianza, o meglio il grido delle donne africane da rispettare nella loro profonda identità, il grido dei bambini e delle bambine che, pur venendo al mondo indesiderati per terribili violenze nei confronti delle loro mamme, sono coloro che trasformano le briciole di vita in cuori colmi di speranza per il futuro delle loro stesse mamme e dei loro popoli. | ||
Ecco quel che abbiamo: nulla ci appartiene, ormai. Ecco i frutti della terra che tu moltiplicherai. Ecco queste mani: puoi usarle, se lo vuoi, per dividere nel mondo il pane che tu hai dato a noi. Ascolta Briciole che diventano 7 ceste colme di pane che sono state portate dai diversi punti della chiesa… | ||
Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: “Sento compassione per la folla: ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada”. E i discepoli gli dissero: “Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?”. Ma Gesù domandò: “Quanti pani avete?”. Risposero: “Sette, e pochi pesciolini”. Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, Gesù prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò, li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. | ||
Donaci il pane quotidiano, donaci il pane quotidiano nato dal grano che ha raggiunto l’altezza del cuore donaci il pane, donaci il pane che basta alla misura della mano. Questo pane ti nutrirà: è Dio in te. E’ il pane dell’amore, del perdono, dell’unità. | ||
Dopo il breve commento di Donatella Mottin, Direttrice di Presenza Donna, che già all’inizio aveva introdotto il brano della donna cananea e che in questo momento sottolinea le caratteristiche della seconda moltiplicazione dei pani, quella che evidenzia l’aspetto dei pagani (le sette ceste), tutta l’Assemblea è invitata ad uscire dal proprio posto… |
Sr. Alicia, Donatella e Francesca consegnano ad ogni persona un segno: una piccola croce di legno di ulivo portata dalla Terra Santa, accompagnata da un segnalibro disegnato da Chiara Peruffo che raffigura il racconto della donna cananea. | ||
Sr. Alicia e Chiara Pulin, rispettivamente in arabo ed ebraico, proclamano il testo di Efrem il Siro, del IV secolo “Dove cadono le briciole” O tu, Signore del Paradiso, abbi dunque pietà di noi! Se nel tuo Paradiso non si può penetrare, rendici almeno degni, al suo esterno, del prato che sta nel suo recinto. Dentro, vi stia la tavola dei santi! | ||
Ma fuori, cadano fitti come briciole i frutti del tuo giardino per i peccatori che là per la tua bontà, vivranno! Amen. Un grazie di cuore a Dio, a sr. Alicia, alle donne presenti, agli uomini che hanno condiviso questa preghiera con noi e a chi l’ha animata con il soffio dello Spirito e la passione nel cuore. | ||
Buona festa a tutte e buon ritorno nella Terra del Santo a sr. Alicia! | ||