Dossier “Donna e bellezza” 2
A conclusione della Lettera Apostolica Mulieris Dignitatem il Papa, a nome della Chiesa, rende grazie per tutte le donne “così come sono uscite dal cuore di Dio in tutta la bellezza e ricchezza della loro femminilità“. Quale bellezza e ricchezza possono offrire le donne in una cultura tecnologica, molto razionalizzata che ha un’idea spesso falsata e ambigua della bellezza e che proprio nel corpo della donna diventa sfogo consumistico ed erotico? · Una bellezza che apre alla vita intima con Dio e si coniuga con l’amore umano: “La donna è colei in cui l’ordine dell’amore nel mondo creato delle persone trova un terreno per la sua prima radice. L’ordine dell’amore appartiene alla vita intima di Dio stesso, alla vita trinitaria…La dignità della donna viene misurata dall’ordine dell’amore, che é essenzialmente ordine di giustizia e di carità” (MD 29). · Una bellezza che offre il profetismo dell’umanità amata da Dio: “Il passo della lettera agli Efesini che consideriamo ci permette di pensare ad una specie di “profetismo” particolare della donna nella sua femminilità. L’analogia dello Sposo e della Sposa parla dell’amore con cui ogni uomo è amato da Dio in Cristo, ogni uomo e ogni donna. Tuttavia nel contesto dell’analogia biblica, e in base alla logica interna del testo, è proprio la donna che manifesta a tutti questa verità: la sposa. Questa caratteristica “profetica” della donna nella sua femminilità, trova la più alta espressione nella Vergine Madre di Dio” (MD 29). · Una bellezza che testimonia le meraviglie di Dio. “Ogni vocazione ha un senso profondamente personale e profetico. Nella vocazione così intesa ciò che è personalmente femminile raggiunge una nuova misura: è la misura delle “grandi opere di Dio”, della quali la donna diventa soggetto vivente ed insostituibile testimone” (MD 16). · Una bellezza che accoglie l’umanità a lei affidata: “La forza morale della donna, la sua forza spirituale si unisce con la consapevolezza che Dio le affida in modo speciale l’uomo, l’essere umano. Naturalmente, Dio affida ogni uomo a tutti e a ciascuno. Tuttavia, questo affidamento riguarda in modo speciale la donna – proprio a motivo della sua femminilità – ed esso decide in particolare della sua vocazione” (MD 30).
· Una bellezza che crea relazioni e tiene desti i valori che contribuiscono al progresso: “Normalmente il progresso è valutato secondo categorie scientifiche e tecniche, ed anche da questo punto di vista non manca il contributo della donna. Tuttavia, non è questa l’unica dimensione del progresso, anzi non è neppure la principale. Più importante appare la dimensione socio-etica, che investe le relazioni umane e i valori dello spirito: in tale dimensione, spesso sviluppata senza clamore, a partire dai rapporti quotidiani tra le persone, specie dentro la famiglia, è proprio al · Una bellezza che si coniuga con la gratuità e la cura della vita: “Si può constatare l’immensa disponibilità delle donne a spendersi nei rapporti umani, specialmente a vantaggio dei più deboli e indifesi. In tale opera esse realizzano una forma di maternità affettiva, culturale e spirituale, dal valore veramente inestimabile, per l’incidenza che ha sullo sviluppo della persona e il futuro della società” (Alle Donne 9). · Una bellezza che vede con il cuore: “È infatti specialmente nel suo donarsi agli altri nella vita di ogni giorno che la donna coglie la vocazione profonda della propria vita, lei che forse ancor più dell’uomo vede l’uomo perché lo vede con il cuore. Lo vede indipendentemente dai vari sistemi ideologici o politici. Lo vede nella sua grandezza e nei suoi limiti, e cerca di venirgli incontro e di essergli di aiuto” (Alle Donne 12). · Una bellezza spirituale e fisica: “In questo modo, si realizza nella storia dell’umanità il fondamentale disegno del Creatore e viene alla luce incessantemente, nella varietà delle vocazioni, la bellezza – non soltanto fisica, ma soprattutto spirituale – che Dio ha elargito fin dall’inizio della creazione umana e specialmente alla donna” (Alle Donne 12).
· Una bellezza che declina l’umano sull’essere, più che sul fare: “Una maggiore presenza sociale della donna si rivelerà preziosa, perché contribuirà a far esplodere le contraddizioni di una società organizzata su puri criteri di efficienza e di produttività e costringerà a riformulare i sistemi a tutto vantaggio dei processi di umanizzazione che declinano la “civiltà dell’amore” (Alle Donne 4).