Dossier “Donna e bellezza” 10
“Chi dice donna dice…” Viene subito spontaneo concludere la frase di questo proverbio con il termine “danno”, cosi come abbiamo imparato e come spesso accade che il binomio donna-negatività sia associato nelle nostre strutture mentali, che diventano poi il nostro modo di vedere la realtà. Nell’universo costruito con le categorie maschili, oltre all’uso pervasivo di termini maschili (tutti gli uomini della terra…, siamo tutti fratelli…), la lingua – che diventa cultura – pone l’uomo e la donna in relazione asimmetrica: i termini maschile hanno priorità su quelli femminili e indicano valore positivo nelle coppie oppositive: padre/madre; fratello/sorella; uomo/donna…bello/brutto; bianco/nero… La polarizzazione semantica di aggettivi e sostantivi assume significati diversi per il femminile e il maschile: una buona donna/un buon uomo; una governante/un governante.
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C’è inoltre una valutazione diversa dei comportamenti che Elisa Salerno chiama “doppia morale”: la prostituta (prostituita) è il paradigmatico della donna che vende il proprio corpo; è penalizzata socialmente e moralmente, mentre il cliente che “compra” è al di sopra di qualsiasi valore o giudizio negativo! Gli esempi potrebbero continuare…
Il breve e incisivo filmato dal titolo “Chi dice donna dice…” vuole capovolgere questa visione negativa della donna e proporla in tutta la sua positività, come persona con la propria dignità, la forza interiore, l’amore alla vita, la capacità di umanizzare il mondo, di prendersi cura di ogni persona, di creare relazioni, di aprire spazi di speranza…
L’ufficio diocesano per le comunicazioni sociali di Vicenza, in collaborazione con il Centro Studi “Presenza Donna” delle Suore Orsoline scm hanno preparato questa proposta alternativa, questo intreccio di termini che evocano l’essere e il divenire donna, in occasione dalla giornata mondiale delle donne dell’8 marzo 1997; è stata distribuita alle emittenti televisive locali, le quali l’anno trasmessa in orari diversificati sia l’8 marzo che nei giorni successivi.
Erano appena trascorsi due anni dalla significativa conferenza mondiale delle donne promossa dall’ONU. Da Pechino era stato lanciato lo slogan: “guardare il mondo con occhi di donna” e quindi con uno sguardo diverso da quello maschile, con uno sguardo che apprezza e valorizza l’immenso potenziale femminile presente nell’umanità. E allora chi dice donna dice riflesso della bellezza di Dio, che dopo averla creata vide l’opera delle sue mani ed esclamò che era “cosa molto buona/bella”.
CHI DICE DONNA, DICE BELLEZZA,
che sa guardare, abbracciare, valorizzare, essere.
CHI DICE DONNA, DICE VITA,
una vita che pulsa nella gioia e nel travaglio dei giorni, che si fa guida dei passi incerti dell’umanità.
Una vita disponibile a spendersi nei rapporti umani, in famiglia e nelle comunità sociali; specialmente a vantaggio dei più deboli ed indifesi, dando alla luce il futuro.
CHI DICE DONNA, DICE LAVORO
2/3 del lavoro del mondo è fatto dalle donne e percepiscono il 10% della ricchezza, possiedono l’1% della terra.
Eppure le donne sono capaci di coniugare sentimento e ragione, per costruire strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
CHI DICE DONNA, DICE POTERE
perché “contribuirà a far esplodere le contraddizioni di una società organizzata solamente su criteri di efficienza e produttività“. Perché nelle famiglie, sul lavoro, nella vita comunitaria e sociale, e in quella privata e pubblica, l’opera di pacificazione svolta dalle donne è una sottile, tenace trama invisibile, che tiene legate le persone, le rende amiche. Fa da argine alla violenza e all’aggressività, perché assieme all’uomo, amministrando le risorse della terra con responsabilità, contribuirà a delineare la ‘civiltà dell’amore’.
CHI DICE DONNA, DICE POTERE DELL’AMORE.
Quel ‘genio’ che tu sai scoprire dentro di te, donna, che sai scoprire intorno a te, uomo, ti fa compagna, amica, sorella… Nelle piazze o sulle strade, sul treno o in autobus, al sindacato o in fabbrica, in comunità, a tutti coloro che incontrerai sul tuo cammino, di’ con la tua presenza e con il tuo lavoro che tu sei DONNA.
“GRAZIE a te, donna, perché sei DONNA”.