In cerca di radici. Voci a confronto, Vicenza 2005
“La modernità: una padrona di casa alquanto petulante per la chiesa, e viceversa. Non è da oggi che la difficoltà di vivere la fede nella società emerge come un problema, spesso accompagnata dalla nostalgia per la precedente condizione di cristianità: una padrona di casa dalle origini nobili (costantiniane o forse ottoniane) nella quale le regole della vita civile erano dettate dall’autorità della chiesa. Ciò non comportava certo una società giusta, ed anzi aveva consolidato atteggiamenti inquinati verso l’altro, la donna, il povero, ecc. Tuttavia confortava e preparava la persistente nostalgia successiva, l’idea che quella era una societas christiana. Le rotture apportate della modernità – dalla rivoluzione francese al ‘48 fino alla fine del potere temporale – hanno costretto la chiesa a “traslo-care” da un regime di cristianità ad un regime di modernità. La modernità ha fornito alla chiesa e al papato strumenti che sono stati utilizzati con rapidità straordinaria e grande efficacia: la radio, il cinema, la mobilitazione, la stampa di persuasione; ma ha continuato ad esprimere contenuti che mettevano in uno stato d’angoscia l’autorità della chiesa, che si pensava come arroccata in uno spazio pubblico, assediato da nemici (spesso post-cristiani, o ex-cattolici).”…… |