Questo Convegno porta un titolo che unisce memoria e prospettiva.
La prima parte del titolo: “DAL CONFLITTO”, ricorda il percorso fatto dai gruppi AM.OR nell’anno che si conclude; in esso si è riflettuto sui conflitti della vita: di persona o di società, di famiglia, di comunità o del mondo. Scopo: uscire da un atteggiamento passivo, che induce a subire o a sopportare il conflitto, per entrare nella consapevolezza che il conflitto può diventare uno spazio in cui si esprime energia creativa; un luogo nel quale ricercare e fare scelte nuove e alternative ai problemi di sempre.
La seconda parte del titolo: “ALLA PACE”, ci ha proiettato verso il futuro, come invito a inventare cammini di pace a partire dal quotidiano; a scoprire l’interiorità come luogo germinativo di pace per incarnare atteggiamenti e relazioni che custodiscono, conservano e ricreano la pace.
dall’introduzione di sr Graziana Morandin
La Sapienza del Magnificat.
I conflitti nella storia della salvezza
Il regno di Dio non è la consacrazione delle logiche di questo mondo e neanche soppianto di un potente per metterne un altro ma è la protesta e la denuncia contro ogni forma di conflitto perché Dio non accetta ingiustizie e non accetta neanche il nostro rifugiarci in questi schemi di relazione con l’altro che sono insufficienti ed alienanti. Dio dimostra quanto siano ridicoli i nostri schemi e facendoci sperimentare quanto siano ridicoli e banali ci permette di aprirci e di passare dal conflitto alla pace. Quindi Dio è contro questa logica del mondo che fonda tutto sulla ricchezza, sulle relazioni di dominio, sul privilegio dei forti. Dio è contro tutte quelle logiche che generano conflitto ma è a partire da queste che Dio concederà la pace. Questa pace da un lato tocca le istituzioni, le strutture e il modo di convivenza sociale; dall’altra tocca l’interiorità di un cuore che permanentemente sente la spinta ad essere superbo, orgoglioso, prepotente.(…)
dalla relazione di Serena Noceti
“La lettura delle Scritture, tenendo presente le acquisizioni della scienza umana e le varie situazioni del mondo moderno porterà a scoprire che Maria può essere presa come modello in ciò verso cui anelano gli uomini del nostro tempo. Così per dare alcuni esempi: si verificherà con lieta sorpresa che Maria di Nazareth, pur essendo abbandonata alla volontà del Signore, lungi dall’essere una donna passivamente sottomessa ad una religiosità alienante, è stata invece una donna che non ha mai dubitato di affermare che Dio è vendicatore degli umili e degli oppressi, che sbalza dai troni i potenti del mondo e riconoscerà in Maria che è la prima tra gli umili e i poveri del Signore, una donna forte che ha conosciuto da vicino la povertà e la sofferenza la fuga e l’esilio . Situazioni queste che non possono sfuggire all’attenzione di chi volesse favorire con spirito evangelico le energie liberatrici dell’uomo e della società. “