Una ri-lettura del testo di Genesi sulla creazione….
Dio dice: “Facciamo l’uomo- adam– a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza e domini sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, sulla terra.
Facciamo. I padri della Chiesa dicevano che questo plurale era riferito alla Trinità che, consultandosi, crea l’uomo. E’ abbastanza improbabile perché questa pagina è stata scritta molto prima di una comprensione trinitaria. Nel pensiero ebraico non c’è mai una sola teoria. Quando si trovano due ebrei a parlare hanno sempre due idee diverse, ma questo a loro non fa problema. Quello che noi viviamo, a livello teologico e non solo, come conflitto, il pensiero ebraico lo vive come tensione dialettica. Questa visione è molto importante perché avvicina sempre più alla verità: l’atteggiamento di ricerca è molto più vicino alla verità perché nessun uomo ha la verità in tasca. Siamo in ricerca e solo dialogando possiamo raggiungere, insieme, la verità.
Gli ebrei dicono che Dio si sia consultato con la corte celeste, con gli angeli, esprimendo il desiderio di fare l’umanità a loro immagine e somiglianza.
Che cos’è l’immagine e la somiglianza? E’ qualcosa di molto vicino a Dio ma anche qualcosa di molto diverso: l’uomo è creatura, è stato creato il sesto giorno ed è diverso da Dio, ma è anche simile a Dio, è qualcuno che rimanda a Dio.
Questo plurale in grammatica si dice ‘implicativo’: Dio ama talmente tanto la creazione, da esserne implicato in prima persona. Padre Vanni dice che per Dio la creazione è un sogno, è così felice di creare l’uomo che parla al plurale.
Lo stesso concetto è espresso in Gen. 2 con l’azione dello sporcarsi le mani di Dio.