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LO SPAZIO DI SARA. DOLORE E FEMMINILE

Convegno Amor


Anche quest’anno il Convegno AM.OR. ha visto una presenza numerosa e vivace di donne che, portate dall’onda di simpatia del ritrovarsi e dall’interesse per la propria formazione, si mettono insieme per riflettere sul come incarnare in pienezza l’essere donna, secondo il progetto evangelico. Il pomeriggio si è svolto con momenti di preghiera, di ascolto e di dibattito.


Si dice che, per inserire nella nostra mente nuovi dati di conoscenza, è necessario rompere gli schemi esistenti, introdurre la novità, creare un tempo di rielaborazione e un nuovo assestamento. In questa linea ci ha offerto una opportunità la relatrice, dott.sa Giuliana Fabris, con la sua proposta di riflessione. Più che una relazione sistematica, la dottoressa ci ha provocate e quasi disorientate con flash lanciati all’iniziativa e alla abilità di ciascuna.


La modalità può aver sorpreso e sconcertato alcune partecipanti; in altre ha sollevato interrogativi sui quali tornare a riflettere; ha acceso luci spia che invitano a cercare, ha suscitato curiosità e interesse intorno ad alcune “parole – principio”.


Abbiamo sentito parlare dello “spazio” come la materia che si dà a noi perché la conosciamo, in un movi-mento infinito. Ed è stato efficace il noto esempio del Michelangelo che, di fronte al blocco di marmo intravede già il David. Chissà quanta  creatività e quale ricchezza si riverserebbe su ogni nostro giorno se sapessimo guardare così la materia!


Ci ha sorprese il principio del “ce-dente”, quale modalità alternativa al principio del “dominio”; non un ce-dente in senso di perdente, ma nella logica di chi “si cede, si dà, si offre”.


Due idee chiave che hanno messo in luce i due modelli di esistenza, cioè


    il principio del maschile: modo di essere autocentrato, con rapporto dominante sugli altri, e con la tendenza a piegare tutto ai propri bisogni, in costante ricerca di sicu-rezza totale;


    il principio del femminile, inteso come apertura all’altro, generativo di novità, a contatto con la finitezza, spesso silenzioso ma carico di significato.


Da sempre il principio del femminile rappresenta un orizzonte di intima accoglienza e “cedevolezza” che si oppone alla volontà di dominio e di possesso esclusivo.


Queste riflessioni hanno introdotto il tema: “dolore e femminile”. Uno sguardo rapido all’oggi ha evidenziato non solo la diseducazione al dolore,  al parlarne o all’affrontare l’esperienza della sofferenza. Di più: c’è vergogna della sofferenza.


Il dolore però fa parte della vita; ignorarlo o negarlo complica la situazione. È più costruttivo riconoscerlo, accettarlo, scoprire la sua contraddizione con l’immagine ideale di sé, in ricerca costate di benessere e di felicità.


C’è una via di affrontamento positivo del dolore: la spiritualità, in particolare quella cristiana. C’è un percorso che, introdotto nel quotidiano, aiuta a vivere con dignità il dolore: la compassione.


Dopo un interessante dibattito, l’assemblea si è sciolta. I discorsi e le discussioni sono continuate lungo i corridoi e nelle diverse strade.


Continua soprattutto l’impatto con questa dimensione della vita e la ricerca per trovare percorsi di  liberazione e di guarigione.


 

                                                                             Sr. Graziana Morandin