Un articolo sulla rivista Vita Nuova
L’articolo 2 dello Statuto dell’Associazione Presenza Donna recita fra gli scopi: “L’Associazione … si pone a servizio della promozione e della formazione umana e cristiana della donna, affinché essa possa partecipare pienamente, con i doni e le attitudini di cui è portatrice, alla missione della Chiesa e alla costruzione della società civile” e tra le finalità dello stesso articolo: “… stabilire collegamenti e cooperare con organismi e movimenti che operano per la promozione della donna nei diversi ambiti sociali e nelle aggregazioni di ispirazione cristiana”.
Da quell’ormai ‘lontano’ 1996 in cui è nata, l’Associazione è cresciuta in questa ottica anno dopo anno, e questo non tanto – o, meglio, non solo – come numero di persone che hanno voluto condividere in tutto o in parte questo cammino, ma soprattutto come capacità di rileggere, con estrema disponibilità al cambiamento, gli scopi e le finalità che l’avevano fatta sorgere, incarnandoli nelle attese e nelle speranze delle donne del nostro tempo.
In un suo libro, Karen Blixen scrive una storia che le raccontavano da bambina. “Un uomo che viveva presso uno stagno, una notte fu svegliato da un gran rumore. Uscì allora nel buio e si diresse verso lo stagno e nell’oscurità, correndo in su e in giù, a destra e a manca, guidato solo dal rumore cadde e inciampò più volte. Finché trovò una falla da cui uscivano acqua e pesci: si mise subito al lavoro per tapparla e solo quando ebbe finito se ne tornò a letto. La mattina dopo, affacciandosi alla finestra vide con sorpresa che le impronte dei suoi piedi avevano disegnato una cicogna”.
Non sempre, nei nostri impegni ed attività, è stato ed è facile o possibile scorgere in anticipo ‘il disegno’ e il senso del nostro ‘fare’ e anche l’Associazione, in questi anni, ha dovuto intraprendere strade ed attività diverse, ha provato a percorrere sentieri inediti, sollecitata da incontri di persone, da fatti, eventi, ma soprattutto provocata dal mondo che le donne (e gli uomini) di oggi sono chiamate ad abitare.
Fin dall’inizio la sfida dell’Associazione è stata quella di unire l’impegno delle religiose a quello delle laiche, dei laici e dei preti. È una sfida importante che chiede di lasciarsi interpellare, senza paura, dai segni del nostro tempo. Non è semplice riconoscere nell’essere religiose o laiche un’uguale dignità e possibilità, pur nella diversità dei vissuti. Non è automatico rinunciare a ‘dare la propria impronta’ come religiose e a riconoscere ed esercitare la propria fede adulta come laiche, liberandosi da ‘dipendenze’ nei confronti dei laici e soprattutto dei preti che, se da una parte mantengono le cose come sono, dall’altra ti danno l’illusione di una sicurezza, di qualcosa a cui ‘aggrapparsi’ e a cui dare, nel bene e nel male, la responsabilità. Cooperare con persone od organismi diversi, ecclesiali e non, ha chiesto di rinunciare a qualcosa di proprio, a ‘costruire’ con altre/i progetti nuovi, a raggiungere una maggiore consapevolezza come donne, a confrontarsi per elaborare un nuovo sguardo su di sé, sulla propria fede, sul mondo e anche sulla propria immagine di Dio. Ha voluto significare rimettere in discussione alcuni ruoli, pensare che le cose possono anche essere diverse, che non sempre una iniziativa ‘perfetta’ ha più valore di qualcosa elaborato con le idee di tutte, anche quando sono ‘scomode’, anche quando sono differenti.
L’esperienza del Forum delle associazioni femminili della città, ne è forse l’esempio più evidente perché è messa in risalto la diversa appartenenza di ciascuna, e la scommessa che comunque si può lavorare insieme, riconoscendo più le cose che uniscono, ma senza fingere di non vedere quello che caratterizza, ricercando obiettivi comuni, senza voler prevaricare l’altra, senza voler renderla simile a sé, ma anzi riconoscendone la diversità e considerandola un’occasione e una ricchezza, accettando di fare qualche passo – non indietro – ma in altre direzioni.
Lasciarsi coinvolgere dalle proposte dell’Associazione chiede di assumere prospettive varie e complesse perché la difficoltà, ma nello stesso tempo la convinzione, è quella di mantenere fisso lo sguardo sulle complessità del nostro tempo. Il gruppo che chiamiamo “equipe di studio” si sforza di riflettere ed interrogarsi su queste complessità, mette insieme pensieri, approfondimenti, ricerche per spostare l’orizzonte un po’ più in là, per creare spazi e momenti di condivisione di questi percorsi. La sfida è davvero significativa, perché non si tratta solo di collaborare alle proposte di altre, ma di costruire insieme – religiose, laiche, laici e preti – percorsi, attività, riflessioni lasciandosi provocare ed istruire dalla Parola, ricercando i momenti per mettersi insieme al Suo ascolto, condividendo nella periodica Lectio biblica il modo in cui ciascuna di noi sente risuonare, in sé e nella propria esperienza, l’annuncio di Gesù, la potenza dello Spirito, la volontà del Padre.
La fedeltà che ci interpella, pur riconoscendo lo sforzo e la profezia di chi ha saputo dar vita e far crescere questa realtà associativa, non è a Statuti e regole, ma affondando le radici nella fede, è la fedeltà alla storia delle donne e degli uomini del nostro tempo, perché è lì che il Dio che ha parlato e camminato accanto a ciascuno, parla e cammina ancora. E più ancora che fedeli al presente della storia, vogliamo essere fedeli al suo futuro, come donne e uomini aperti al cambiamento, convinti che sia possibile anticipare il futuro del Regno senza abdicare mai ad abitare fino in fondo e in profondità l’oggi delle nostre compagne e dei nostri compagni di viaggio.