Sabato 14 marzo nella nostra biblioteca
«DeGustaLibri»: un libro e un vino per incontrarsi
Tutto pronto per
la seconda edizione di «DeGustaLibri», l’evento che unisce la passione per la
lettura al piacere di degustare un buon vino in compagnia! L’evento avrà luogo sabato 14 marzo, dalle 17.00 alle 19.00, nella sede dell’associazione (Contrà S. Francesco Vecchio 20,
Vicenza). Un appuntamento all’insegna della compagnia e del gusto, che
prevede la presentazione di tre libri
con brevi letture e la degustazione di vini abbinati ai libri stessi.
I
libri, presentati da socie e soci dell’associazione, sono I custodi del libro (Geraldine Brooks, Beat 2010), Donne in concorrenza? (P. Daviau – E.
Parmentier, Qiqajon 2014) e Madeleine
Delbrel. Biografia di una mistica tra poesia e impegno sociale (G. Francois
– B. Pitaud, EDB 2014). Titoli e generi diversi che da poco
sono stati aggiunti al ricco catalogo della biblioteca del Centro Studi e Documentazione
di Presenza Donna. La degustazione
dei vini abbinati, invece, sarà curata da un esperto sommelier e offerta da Vini Zenato.
«DeGustaLibri» è
proposto a margine dell’assemblea dei soci di Presenza Donna ma è aperto a tutti, e tra i suoi obbiettivi ha
quello di favorire una maggior conoscenza della biblioteca al femminile gestita dall’associazione; un patrimonio multidisciplinare
costantemente aggiornato intorno ai vari temi del mondo femminile, con migliaia
di titoli disponibili al prestito.
Insomma, un modo
diverso per incontrarsi e gustare il piacere del confronto. E in questo caso,
tra vini e libri, si può proprio dire che «ce n’è per tutti i gusti»!
Ecco alcune foto da un pomeriggio molto bello e partecipato! Grazie a quanti hanno partecipato e… VI ASPETTIAMO TUTTI alla Biblioteca di Presenza Donna!
IL RACCONTO DI DUE SOCI
A distanza esatta di un anno l’ Associazione Presenza Donna ha
riproposto il DeGustaLibri, piacevole iniziativa che aiuta ad assaporare il
gusto della conoscenza, affiancando alla presentazione di alcuni selezionati libri
la degustazione di ottimi vini. L’evento si è svolto nel pomeriggio di sabato
14 marzo a Vicenza presso il Centro Documentazione Studi Presenza Donna, ed è
stato preceduto dall’Assemblea Sociale Ordinaria nella quale suor Federica
Cacciavillani, presidente dell’associazione, ha svolto la relazione con la
presentazione del bilancio consuntivo e preventivo, ha riepilogato le attività espletate
e lanciato le proposte di lavoro e collaborazione per la nuova stagione. Infine
l’Assemblea ha provveduto al rinnovo delle cariche sociali.
Conclusa la fase assembleare, suor Federica ha invitato a
salire in cattedra le nostre tre socie, Annalisa Lombardo, Donatella Mottin e
Francesca Nardin, a cui è stato affidato il compito di presentare un libro,
mentre ai bordi della affollata sala giostrava lo staff dei sommelier, guidati
dall’esperto Federico Cacciavillani, affiancato dal
fedele amico Mirco e coadiuvato da una giovane coppia di produttori di vino.
Annalisa Lombardo ha presentato il libro di G. Francois e di
B.Pitaud “Madeleine Delbrel” (EDB
2014). Annalisa ha svolto una esposizione molto lineare e ritmata della storia
di Madeleine, nata nel 1904 e morta nel 1964, da Enzo Bianchi considerata una
donna protagonista della stagione ecclesiale pre-conciliare, anticipatrice
profetica della fedeltà alla Chiesa nella carità intessuta di quotidiano lavoro.
Madeleine, che nasce in una famiglia borghese cattolica, inizialmente si dichiara atea , lontana da un Dio
che sembra non dire nulla, ma che merita rispetto perché tanto illumina la vita
degli altri. Poi anche lei, in età più matura, ne rimarrà abbagliata e
illuminata. Madeline sceglie di accompagnare le povertà senza mai aderire o
fondare congregazioni, in uno spirito di laicità che la mantiene libera nelle scelte
di approccio ai poveri. Annalisa sottolinea due caratteristiche salienti
del suo operare: il rispetto delle idee degli altri e la comprensione diretta
delle cose prima di prendere posizione. Questa di Madeleine Delbrel non ha
certo i tratti di una biografia commemorativa, ma corre sui binari di un
racconto duro e severo della 0vicenda di una donna che si è votata all’incontro
con le povertà nelle periferie più difficili, portando il volto di una Chiesa
che si sporca le mani per andare a costruire le opere della misericordia.
Federico Cacciavillani ha pensato di accostarvi un Lugana
Doc Sansonina, un vino semplice perché maturato in botti di acciaio, piacevole
e agrumato, che nasce in un territorio dalle caratteristiche non ancora ben
analizzate: l’entroterra compreso fra Peschiera e Sirmione del Garda. Federico
ha citato la figura di Sansone, sia per pura analogia con la denominazione del
vino in oggetto, sia per un accostamento della figura di Sansone, connotato da
una folta chioma di capelli cascanti, con quella di una donna operatrice, forte
ma dai tratti mistici come Madeleine Delbrel.
Donatella Mottin ci ha accompagnato a sviscerare le pagine
del libro biblico-teologico “Donne in concorrenza?” di P. Daviau e
di E. Parmentier (Qiqajon 2014). Le donne in concorrenza sono Marta e Maria, le
protagoniste di una famosa pagina del Vangelo di Luca. Le due Autrici hanno
cercato di ripercorrere come negli anni è stato interpretato quel brano di Luca,
scolpito dalla frase di Gesù: “Maria ha scelto la parte migliore”. Donatella ha
ben scandito le linee interpretative partendo dal testo biblico e dalla antica
tesi di Origene secondo cui in Marta era rappresentata la vita in azione mentre
Maria restava votata ad una vita più contemplativa. Secondo invece gli
orientamenti femministi più recenti, che pongono nel testo biblico una funzione
liberante, Marta viene vista come una diaconessa distolta dall’ascolto
dall’intenso servizio e Maria immersa nell’ascolto per poi poterlo incarnare.
Il fine di entrambe è di collaborare da discepole, come gli uomini, alla
costruzione del Regno. Ma una interpretazione finale e definitiva, ribadisce Donatella,
non c’è, e permane l’invito a continuare a leggere il testo, perché la Bibbia
si disvela come un messaggio vivo, la cui lettura rimane la parte migliore
nella ricerca di Dio.
Caterina e Massimo, produttori e titolari della cantina Dama
della Rovere in Brognoligo, hanno presentato per l’occasione una chicca del
loro territorio: il Durello Brenton. La zona del Durello copre un territorio
condiviso dalle colline veronesi e vicentine e il vitigno viene coltivato fino
ai 400 metri di quota. Formidabile è il profumo femminile di questo spumante
bianco, dalla bollicina sottile e persistente, che rimanda agli agrumi e alla
pesca bianca. Caterina, nella sua vivace esposizione, ha poi espresso le sue
fonti di accostamento con l’argomento del libro: la presenza di un capitello
votivo dedicato alla Madonna a margine della campagna e l’attività molto
intensa che li impegna, con il marito Massimo, nel realizzare il frutto del
loro lavoro.
Francesca Nardin ha scelto di introdurci alle pagine de “I custodi del libro” (Beat 2010), un
romanzo di G. Brooks ambientato nella città di Sarajevo. Ed è qui, nel museo
della città bosniaca funestata dalla guerra, che la protagonista Hannah giunge
per restaurare un famoso manoscritto ebraico scritto e preziosamente illustrato in epoca medievale, forse da un arabo
musulmano, che parla della storia di Israele: l’Haggadah. Francesca alterna
alla descrizione della tortuosa vicenda del trafugamento e del ritrovamento di
questo manoscritto in alcune città europee, l’intreccio della vicenda romanzata,
che vede apparentemente contrapporsi la figura viaggiante di Hannah e lo
stanziale custode del museo di Sarajevo dove era approdato l’Haggadah. La
guerra trasuda dalle pagine del romanzo, attraverso il manoscritto di Sarajevo
macchiato dal vino, e interpella il nostro distacco. Una faccenda, la guerra, che
pensiamo riguardi altri lontani paesi che, invece, sono geograficamente confinanti
a noi. Francesca poi ben sottolinea come sia stata travagliata la storia
dell’Haggadah, sopravvissuto a causa dell’Inquisizione e delle persecuzioni
contro gli Ebrei, poi salvato da cristiani e da musulmani. Una vicenda da cui
sgorga il disegno di amore, che è riflesso nella storia del manoscritto e che
ben si presta a forgiare un percorso alla ricerca del bene nella nostra vita.
Federico prende lo spunto dalla intricata vicenda del libro per
proporci un Cabernet Sauvignon Santa Cristina, un vino dai riflessi granata e dalle
particolari complicazioni. Proviene infatti da un vitigno che è internazionale,
coltivato in tutte le parti del mondo, senza tuttavia conoscerne la provenienza
originaria, misteriosa come la vicenda del manoscritto dell’Haggadah. L’ottimo
e corposo Cabernet Sauvignon della cantina Zenato lo degustiamo nella vicina Sala
degli archi, l’ideale conclusione per i commenti e per ringraziare per la squisita
disponibilità e l’impeccabile servizio.
Pierluigi Tregnaghi e Licia Giardina