Presentazione
Quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende
la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo
averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me,
perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta (Lc 15, 8-9).
La parabola della moneta perduta,
che è parte del capitolo 15 di Luca, è facilmente interpretata come esempio di
misericordia che paragona la ricerca della donna alla passione di Dio nel
cercare ciò che è perduto. Non ci dispiace l’associazione soprattutto perché ci
permette di mettere in luce una serie di atteggiamenti che danno forza e
tracciano l’orizzonte entro il quale in nostro cammino, di singole e di
comunità, desidera crescere in un femminile evangelico.
L’orizzonte è quello della
misericordia che prima di essere perdono è una manifestazione dolcissima
dell’amore di Dio. La radice verbale ebraica raham indica il grembo
materno, l’utero, cioè la parte più sensibile, più tenera, più delicata e più
femminile nella quale ogni madre celebra e vive il mistero della vita. E’ in
questo luogo così straordinario che il bambino viene formato e portato,
custodito e amato prima di venire alla luce.
Ecco allora che prima di pensare a
‘quale donna’, per riprendere il testo evangelico, affermiamo con
coraggio e determinazione che ogni donna è questo potenziale! Ogni donna
per natura e per missione vive questa somiglianza con Dio che la rende capace
di custodire.
Il tema scelto per il percorso dei
gruppi vorrebbe proprio declinarsi intorno al verbo custodire. Già il
convegno di maggio ha aperto la strada a questo tema ma anch’esso risentiva
dell’invito di Papa Francesco che in una delle sue prime omelie ha insistito
molto su questo atteggiamento da assumere come credenti ma soprattutto come uomini
e donne a cui è affidata l’umanità.
Possiamo custodire perché a nostra
volta ci sentiamo custodite…ma non perché ci sia qualcuno che sorveglia sulle
nostre immaturità o incapacità come potrebbe fare una madre con il figlio non
ancora autonomo, ma ci sentiamo custodite dal Signore perché ci ha affidato,
Lui stesso, una missione. E’ lui che ci ha scelte, chiamate e inviate come
discepole per essere nel mondo segno e strumento della cura che Lui stesso ha
per ogni creatura.
Cosa non farebbe una donna per
ritrovare la sua moneta perduta! I verbi
accendere, spazzare, cercare, trovare, chiamare, rallegrarsi …movimenti
consueti dentro le mura di casa ma anche movimenti consueti nel e del cuore. E’
l’atteggiamento di chi non si dà pace fino a quando non si è presa cura
dell’ultimo dei tesori, perché averne nove non significa poter fare a meno del decimo! E’ il lavorio paziente
e a volte contro ogni speranza che siamo chiamate ad assumerci per ritrovare la
moneta perduta.
E dentro questa moneta perduta ci sono
tante cose, tante realtà, tante persone che ognuna di noi può e deve chiamare
per nome. Che cosa alimenta la nostra passione tanto da farla diventare ricerca
insistente e instancabile, che cosa siamo disposte a rimuovere per poter
tentare di trovare quella moneta? Che cosa siamo disposte a spazzare via perché
quella moneta non sembri un frammento qualunque lasciato cadere, quali
luci dobbiamo accendere perché la nostra ricerca possa dare frutto.
Il nostro percorso potrebbe avere
anche un’altra direzione. In quanto donne ci sono riconosciute tante attitudini
e capacità: molti in famiglia, al lavoro, in parrocchia contano sulle nostre
monete e sulla generosità che abbiamo nel metterle a disposizione ma forse
rischiamo di perdere la nostra personale moneta, che è la dimensione
tipicamente femminile con cui possiamo e vogliamo trafficare doni e carismi.
L’atteggiamento del custodire
implica il saper dare o riconoscere il valore. Si cerca e si custodisce solo
ciò a cui si dà valore, ciò che importa per me, per noi. Più una realtà, cosa,
persona ha valore per me più ce ne prendiamo cura.
Ancora una volta, allora ci viene
incontro un cammino formativo, di cui ciascuna si deve prendere cura e che
nella sua semplicità vorrebbe aiutarci a dedicarci del tempo, vorrebbe essere
l’occasione per ascoltare e ascoltarci, per dialogare e confrontarci per
prendere sempre più coscienza della nostra identità, del nostro essere donne
con un valore che non dipende da quello che facciamo ma da ciò che siamo…per
poi fare e agire nella chiesa con quella preziosità che non può essere
sostituita da nessuno…proprio come quella moneta!
Custodita nel suo amore è certezza ma anche cammino.
Certezza perché a custodirci è il Signore Gesù, è cammino perché non è facile
lasciarsi amare, lasciarsi teneramente custodire da qualcuno. La tentazione, e
spesso la comodità, dell’autonomia e
dell’indipendenza è diffusa nel nostro tempo e spesso contagia anche chi si
impegna a non esserlo. E’ cammino perché accettare di essere custodita è una
scelta di fede. Preoccupazioni, limiti, conflitti e affanni pur abitando la nostra storia possono essere messi,
insieme a tutta la nostra esistenza, nelle mani di Dio: questa diventa salvezza
quotidiana. E’ cammino perché il sentirsi custoditi nasce e si sviluppa da un
cuore che prega, da un cuore che ascolta, da un cuore che si fida di Dio.
Custodita nel suo amore è anche la certezza della Chiesa,
nella quale siamo e operiamo. La Chiesa mentre è vaso fragile che raccoglie il
prezioso tesoro che è Cristo e la fede rocciosa di tanti uomini e donne è anche
custode di Cristo e della fede e lo è nella certezza che il Signore la sta
accompagnando con il suo Spirito.
La sfida che ci lanciamo anche
quest’anno è quella di farci custodi le une delle altre, per incoraggiarci nel
cammino di crescita umana e spirituale, evangelica e femminile; farci custodi
di tutto ciò che è umano, di tutto ciò che riguarda l’uomo e la danna per
crescere in questa capacità generativa che ci pone sempre e comunque dalla
parte della vita; farci custodi della Chiesa che vogliamo risplenda
evangelicamente anche attraverso il nostro contributo pensante … e senza paura
se qualche volta ci sentiamo nel difficile crinale di chi mentre custodisce
sente il bisogno di essere custodita!
In allegato le schede dell’Itinerario 2013-2014