Un incontro per i volontari del Servizio Civile Nazionale
Presentando un ente che prende a cuore le realtà di chi purtroppo è vittima di pregiudizi razziali e sessuali, come non poter parlare di discriminazione culturale e di genere? Per coinvolgere maggiormente i volontari ho presentato loro due attività, nella prima dovevano descrivere, divisi in due gruppi, la giornata tipo di una donna musulmana e di una rumena con tanto di disegno per sottolineare il loro aspetto fisico e per vedere come viene stereotipato, facendoli riflettere attraverso la visione di due video: in uno l’esempio di donne musulmane in marcia per la pace e nell’altro la vita dell’atleta rumena Nadia Comaneci esempio di ribellione e coraggio, sfatando i loro pregiudizi sul quale potevano essersi basati.
Nella seconda attività invece abbiamo giocato a “indovina chi viene a cena”; i volontari avevano a disposizione un disegno con un tavolo e quattro sedie vuote scegliendo chi invitare fra undici personaggi differenti (extracomunitaria, donna musulmana, ecc…) e una volta scelto chi invitare a cena ho svelato loro le identità dei personaggi. Molte persone che avremmo stereotipato erano atleti/e oppure celebrità mentre chi avremmo considerato come personaggi più mansueti erano persone con precedenti penali. Infine da questa consapevolezza ci si pone il quesito più logico: Da cosa nascono le discriminazioni e quali sono quelle più vicine alla nostra realtà? Da qui è emerso il dibattito sulla nostra quotidianità e sulla discriminazione di genere riflettendo sulla pubblicità, costruita su miti e stereotipi, la quale fornisce istruzioni su come dovrebbero apparire donne e uomini, sull’educazione dei bambini fin da piccoli con l’idea del “mamma casetta” per le bimbe e delle macchinine per i bimbi, riportando infine esempi positivi di una realtà che vuole cambiare a partire dalla Disney, amata da grandi e piccini, dove cominciamo a vedere Merida che combatte per la sua indipendenza, Rapunzel che salverà lei stessa il suo amato, e l’antagonista Malefica che risveglierà la principessa Aurora con un bacio del vero amore in versione materna. Nella nostra realtà pensiamo per lo più a ciò che c’è di sbagliato nelle culture altrui con la tendenza a generalizzare, ma non ci accorgiamo che anche noi aspiriamo nella maggior parte dei casi a miti e stereotipi che ci vengono imposti dal mondo dei media, dove le donne devono apparire desiderabili per un potenziale pubblico maschile, e dove gli uomini sembrano esclusivamente quelli che tornano a casa dal lavoro in attesa delle cure domestiche della propria moglie. Noi non siamo questo e non dobbiamo per forza esserlo, non c’è uomo che non possa piangere e che non possa dedicarsi alla moda, come non c’è donna che non possa giocare a calcio e odiare i fornelli. Se impariamo a esserne consapevoli e a educare i nostri figli all’uguaglianza, certamente non avremmo la tendenza a plasmare i nostri falsi miti nella nostra società e in quella altrui, e il mondo sarebbe certamente un posto migliore.
A cura di Laura, volontaria del Servizio Civile Nazionale a Presenza Donna