Un romanzo dedicato alla figura di Maria
Martedì 12 dicembre, alle 20.30 al Centro Culturale San Paolo (v.le Ferrarin 30, Vicenza), l’apprezzata scrittrice vicentina Mariapia Veladiano presenterà il suo ultimo romanzo, “Lei”.
L’autrice dialogherà con il teologo Dario Vivian intorno a questo romanzo che dà voce a un personaggio unico, Maria di Nazaret.
Cosa c’è di divino nell’essere giovane madre di un figlio arrivato per
grazia o per caso? Ci si augura per lui una vita buona: che non incontri
il male, che il mondo lo accolga o almeno lo lasci in pace.
È la storia umanissima di Maria, Madre di Dio bambino, la stessa di ogni madre per cui il proprio bambino è Dio, vita che si consegna fragilissima e
si promette eterna. Ma il figlio di Maria è troppo speciale perché la
storia sia solo questa e infatti sarà altra, raccontata per generazioni
in poesia, in pittura, in musica, nel vetro, nel ghiaccio immacolato, a
punto croce, sulle volte delle cattedrali e sui selciati delle piazze.
Qui
parla Maria. Accanto a lei Giuseppe, padre che ha detto sì senza
comprendere, senza nemmeno pronunciare questo sì, costruttore di un
progetto di vita e di amore ben più grande di quello immaginato. Intorno
a lei uomini e donne che pensano di capire, ma sanno solo
chiacchierare; e gli amici del figlio, Giovanni, Simone, Giuda e anche
Nicodemo, che si affannano di domande nella notte; e dottori e farisei
che chiedono la verità solo per poterla negare. Sopra di lei, infine,
gli angeli fanno corona, ma con le loro ali non riescono a tenere
lontano il gran male del mondo, che si addensa fino a quando qualcuno
griderà: «A morte».
Ciò che resta è un corpo rotto senza grazia, consegnato a una madre ancora giovane, anche nel momento estremo così simile a tante madri. Ma questa è una storia troppo immensa perché tutto possa andare perduto.
grazia o per caso? Ci si augura per lui una vita buona: che non incontri
il male, che il mondo lo accolga o almeno lo lasci in pace.
È la storia umanissima di Maria, Madre di Dio bambino, la stessa di ogni madre per cui il proprio bambino è Dio, vita che si consegna fragilissima e
si promette eterna. Ma il figlio di Maria è troppo speciale perché la
storia sia solo questa e infatti sarà altra, raccontata per generazioni
in poesia, in pittura, in musica, nel vetro, nel ghiaccio immacolato, a
punto croce, sulle volte delle cattedrali e sui selciati delle piazze.
Qui
parla Maria. Accanto a lei Giuseppe, padre che ha detto sì senza
comprendere, senza nemmeno pronunciare questo sì, costruttore di un
progetto di vita e di amore ben più grande di quello immaginato. Intorno
a lei uomini e donne che pensano di capire, ma sanno solo
chiacchierare; e gli amici del figlio, Giovanni, Simone, Giuda e anche
Nicodemo, che si affannano di domande nella notte; e dottori e farisei
che chiedono la verità solo per poterla negare. Sopra di lei, infine,
gli angeli fanno corona, ma con le loro ali non riescono a tenere
lontano il gran male del mondo, che si addensa fino a quando qualcuno
griderà: «A morte».
Ciò che resta è un corpo rotto senza grazia, consegnato a una madre ancora giovane, anche nel momento estremo così simile a tante madri. Ma questa è una storia troppo immensa perché tutto possa andare perduto.
In allegato la locandina dell’incontro.