Un cammino di liberazione dalla tratta
L’Ufficio Pellegrinaggi di Vicenza (ora fondazione Homo Viator – San Teobaldo) in collaborazione con il Centro documentazione e studi Presenza Donna, e altri partner, ha organizzato i consueti appuntamenti di approfondimento biblico (quest’anno on-line) in occasione della rassegna “Linfa dell’ulivo”. Tra le proposte vorrei focalizzarmi soprattutto sulla presentazione di Casa Rut, proposta da sr. Agnese Guida nel video “Accogliere le donne per liberarle, l’esperienza della comunità Rut di Caserta”, pubblicato il 24 maggio 2020.
Le suore Orsoline scm, prendendo spunto dal personaggio biblico di Rut, la donna straniera e amica, fondano nel 1995 a Caserta questa comunità dove sono ospitate donne, soprattutto straniere, che vivono la grave situazione dello sfruttamento sessuale, legato alla tratta degli esseri umani. Sono tutte giovani donne che sognano di venire in Italia, o in Europa, con un progetto: farsi una nuova vita rispetto a quella che vivevano nel loro Paese di origine. Per arrivare in Italia, purtroppo sono costrette ad entrare in un giro di persone che le inganna, portandole a fare una vita basata sullo sfruttamento sessuale, su ricatti, violenze, sofferenza e solitudine. Lasciata questa realtà, casa Rut diventa un luogo sicuro, un rifugio dove lentamente ricostruire la propria vita e soprattutto ritornare a riappropriarsi della propria dignità di donne. Nel 2004 nasce anche la cooperativa New Hope, con un laboratorio di sartoria etnica, dove le giovani donne possono fare formazione e imparare un lavoro per riscattarsi dal loro passato doloroso e riacquistare una sempre maggiore autonomia.
Casa Rut è una realtà di speranza, di relazione, ma soprattutto di liberazione. Un libro che racconta l’esperienza di questa comunità è Non più schiave. Casa Rut, il coraggio di una comunità, di Rita Giaretta, un libro come riferisce l’incipit di “testimonianza, dal linguaggio vero, efficace, ricco di provocazioni, vive l’impatto con quel fenomeno, ormai globalizzato, che è la tratta di donne e minori migranti”. Un libro come scrive nell’introduzione Dacia Maraini “che raccoglie le voci di indignazione e di protesta, oltre alle parole di solidarietà delle suore Orsoline impegnate da anni a contrastare lo sfruttamento delle straniere costrette alla prostituzione.
Concludo con un bellissimo estratto di una canzone di Fiorella Mannoia sul credere nella vita e soprattutto credere nelle persone.
Non c’è figlio che non sia mio figlio
né ferita di cui non sento dolore.
Non c’è terra
che non sia la mia terra
e non c’è vita che non meriti amore.
Mi commuovono ancora i sorrisi
e le stelle nelle notti d’estate
i silenzi della gente che parte e tutte queste strade.
Fa’ che non sia soltanto mia questa illusione
fa’ che non sia una follia
credere ancora nelle persone.
Dalla canzone “Luce”
di Fiorella Mannoia
di Fiorella Mannoia
Daniela Bicego