Tra le ore di formazione specifica del servizio civile universale a cui ho partecipato, mi è stato proposto il giorno 6 luglio 2021 un incontro sulla presentazione di Casa Rut in dialogo con sr. Agnese Guida.
Casa Rut è un centro di accoglienza, fondato nel 1995 a Caserta, per giovani donne migranti, sole o con figli, che provengono dallo sfruttamento sessuale, legato alla tratta degli esseri umani. È gestito dalle suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria di Breganze (VI), che hanno deciso di dare questo nome prendendo spunto dal personaggio biblico di Rut, una donna straniera e amica fedele.
Queste giovani donne sognano di venire in Italia o in Europa per cercare di crearsi un futuro “più roseo” rispetto a quello che potrebbero avere nel loro Paese d’origine. Per arrivare in Italia però devono affrontare un lungo viaggio, spesso guidate da persone che le ingannano e le portano a vivere una vita basata sullo sfruttamento sessuale, sulla solitudine e sulla sofferenza.
Il compito di Casa Rut è quello di accogliere in uno spazio protetto, in cui le ospiti possano ritrovare la libertà e la dignità, donne che vogliono essere considerate come esseri umani e non trattate come oggetti. Inoltre viene offerto un percorso di integrazione sociale proponendo interventi di natura legale, sanitaria ed educativa.
Dal 2004 è anche presente la cooperativa New Hope, con il laboratorio di sartoria etnica per la formazione e l’addestramento al lavoro per le giovani migranti che vogliono rintegrarsi nel territorio e riscattarsi dal loro passato e acquisire una maggiore autonomia.
In conclusione si può affermare che la realtà di Casa Rut è piena di speranza e voglia di ricominciare a vivere dopo la dolorosa esperienza di sfruttamento e, come dice Joy nel suo libro “Io sono Joy”: “ la mia nuova vita qui a Casa Rut è stata una continua rinascita, una risalita dal buio verso la luce” (p.151).
Astrid Caleffa