Un ricordo, nel giorno del suo compleanno
Oggi, 15 gennaio, nasceva Etty Hillesum. Giovane, grande donna che non si può “incasellare” in una definizione, ma che ci ha lasciato pagine memorabili, traboccanti di umanità e intelligenza dello spirito.
Un modo per ricordarla, oggi e ogni giorno, è quello di leggere le sue parole; nella nostra biblioteca trovate moltissimi testi disponibili al prestito: il Diario e le Lettere di Etty, e molte altre opere dedicate a lei dedicate.
Noi vogliamo ricordarla con questa breve pagina.
3 ottobre 1942
Non c’è alcun poeta in me, c’è solo un frammento di Dio in
me che potrà crescere fino a [diventare] un poeta. In un campo, bisogna pure
che un poeta ci sia, che da poeta viva questa vita, proprio questa, e in futuro
la possa cantare. Questa notte, mentre me ne stavo distesa nella mia cuccetta,
attorniata da donne e ragazze che russavano sommessamente, sognavano a voce
alta o piangevano silenziosamente e si agitavano , le stesse che durante il
giorno dicevano: “non vogliamo pensare, non vogliamo sentire, se no diventiamo
pazze”, mi trovavo presa, a volte, da una tenerezza infinita, rimanevo sveglia
e lasciavo che mi passassero davanti i fatti, le tante e troppe impressioni di
un giorno sempre troppo lungo, e pensavo: “lasciate che io possa essere il
cuore pensante di questa baracca”. Voglio esserlo di nuovo. Vorrei essere il
cuore pensante di un intero campo di concentramento. Sto qui distesa, adesso,
così paziente e nuovamente calma, e mi sento già un pochino meglio, non
forzatamente ma davvero meglio, leggo le lettere di Rilke Su Dio, ogni parola è colma di senso per me, se fosse capitato a me
di scriverle, le avrei scritte proprio così e non avrei voluto scriverle in
nessun altro modo –
me che potrà crescere fino a [diventare] un poeta. In un campo, bisogna pure
che un poeta ci sia, che da poeta viva questa vita, proprio questa, e in futuro
la possa cantare. Questa notte, mentre me ne stavo distesa nella mia cuccetta,
attorniata da donne e ragazze che russavano sommessamente, sognavano a voce
alta o piangevano silenziosamente e si agitavano , le stesse che durante il
giorno dicevano: “non vogliamo pensare, non vogliamo sentire, se no diventiamo
pazze”, mi trovavo presa, a volte, da una tenerezza infinita, rimanevo sveglia
e lasciavo che mi passassero davanti i fatti, le tante e troppe impressioni di
un giorno sempre troppo lungo, e pensavo: “lasciate che io possa essere il
cuore pensante di questa baracca”. Voglio esserlo di nuovo. Vorrei essere il
cuore pensante di un intero campo di concentramento. Sto qui distesa, adesso,
così paziente e nuovamente calma, e mi sento già un pochino meglio, non
forzatamente ma davvero meglio, leggo le lettere di Rilke Su Dio, ogni parola è colma di senso per me, se fosse capitato a me
di scriverle, le avrei scritte proprio così e non avrei voluto scriverle in
nessun altro modo –
Sento di nuovo in me la forza di andare, non penso più in
termini di progetti e di rischi, vada come vada, comunque vada sarà un bene –
[…]
Si dovrebbe pregare, giorno e notte, per queste migliaia. Senza
preghiera, non si dovrebbe stare un solo minuto.
13 ottobre 1942
Si vorrebbe essere un medicamento per tante ferite.
Etty Hillesum
Nata nel 1914 a Middelburg (Olanda) da una famiglia della borghesia intellettuale ebraica, Etty Hillesum morì ad Auschwitz nel novembre del 1943. Il suo diario, fortunosamente scampato allo sterminio della famiglia e poi passato di mano in mano, apparve finalmente nel 1981 riscuotendo un immenso successo.
Ragazza brillante, intensa, con la passione della letteratura e della filosofia, si laurea in giurisprudenza e si iscrive quindi alla facoltà di lingue slave; quando intraprende lo studio della psicologia, divampa la seconda guerra mondiale e con essa la persecuzione del popolo ebraico.
Durante gli ultimi due anni della sua vita, scrive un diario personale: undici quaderni fittamente ricoperti da una scrittura minuta e quasi indecifrabile, che abbracciano tutto il 1941 e il 1942, anni di guerra e di oppressione per l’Olanda, ma per Etty un periodo di crescita e, paradossalmente, di liberazione individuale.
Ragazza brillante, intensa, con la passione della letteratura e della filosofia, si laurea in giurisprudenza e si iscrive quindi alla facoltà di lingue slave; quando intraprende lo studio della psicologia, divampa la seconda guerra mondiale e con essa la persecuzione del popolo ebraico.
Durante gli ultimi due anni della sua vita, scrive un diario personale: undici quaderni fittamente ricoperti da una scrittura minuta e quasi indecifrabile, che abbracciano tutto il 1941 e il 1942, anni di guerra e di oppressione per l’Olanda, ma per Etty un periodo di crescita e, paradossalmente, di liberazione individuale.