Dossier “Donne e chiesa” 6
Giovanni Paolo II ha un’attenzione unica e particolare al tema della donna con un insegnamento sistematico: un corpo di dottrine coerenti tra loro, con fondamento biblico, in armonia con gli insegnamenti della Chiesa e con gli aspetti portanti della cultura contemporanea. Un Magistero che, da un lato si pone sulla linea tradizionale che vede la donna in ambito familiare (Laborem Exercens, 19) e solo per necessità come lavoratrice fuori casa, d’altro canto offre spunti inediti, fin dall?inizio del suo pontificato, in particolare con le catechesi del mercoledì dal 1979 al 1982, ponendo l’accento sui fondamenti biblico antropologici dell’essere umano maschio e femmina.
Aspetti che vengono sottolineati nella Familiaris Consortio (1981) e poi ulteriormente approfonditi in chiave di “genio femminile” nel primo documento sulla donna del Magistero della Chiesa: la Mulieris Dignitatem, datata 15 agosto 1988, a conclusione dell’anno mariano, annunciato dall’enciclica Redemptoris Mater del 25 marzo 1987, documento che in un certo senso fa da specchio alla Mulieris Dignitatem, in quanto per Giovanni Paolo II non si può comprendere la dignità e la vocazione della donna senza guardare a Maria di Nazaret. In quell’anno esce anche Christifideles Laici, dove si afferma che “è del tutto necessario passare dal riconoscimento teorico della presenza attiva e responsabile della donna nella Chiesa alla realizzazione pratica”.
Auspicio che è ancora attualissimo, visto che si continua ad affermare (Lettera alle donne, 11) da un lato una certa diversità di ruoli, in quanto Cristo avrebbe “affidato soltanto agli uomini (maschi) il compito di essere “icona2 del suo volto di “pastore” e di “sposo” della Chiesa”, e dall’altro che “la femminilità appartiene al patrimonio costitutivo dell’umanità e della chiesa“(n. 12), e non basta il riconoscimento del disegno di Dio sull”uomo e sulla donna, ma occorre fare ad esso, “più spazio nell’insieme della vita sociale, nonché di quella ecclesiale” (n. 3).
Le prese di posizioni di Giovanni Paolo II al riguardo sono molteplici: dalla lettera apostolica Ordinatio Sacerdotalis (1994) che ribadisce la non ammissibilità delle donne al sacerdozio ordinato: “una sentenza (che) deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa” al messaggio per la giornata mondiale della pace del 1995: Donna e pace, dove leggiamo anche il riconoscimento per il secolare cammino fatto dalle donne in vista della rivendicazione dei loro diritti ed opportunità. Di quell’anno sulla tematica femminile abbiamo anche la Lettera ai sacerdoti del Giovedì Santo e, nello stesso giorno, l’Evangelium Vitae dove si afferma che “nella svolta culturale a favore della vita le donne hanno uno spazio di pensiero e di azione singolare e forse determinante“(n. 99). Seguirà la Lettera alle donne, in 12 punti, scritti di suo pugno e rivolti indiscriminatamente a tutte le donne del mondo (non solo le cattoliche o le cristiane) dove il Papa cerca un dialogo ed un coinvolgimento fattivo nella riflessione da parte delle donne. Un dialogo che vuole rimanga aperto e costante come dirà l’anno successivo (1996) nel messaggio per la giornata mondiale delle comunicazioni intitolata I media: moderno areopago per la promozione della donna.
Il Millennio si conclude con una significativa richiesta di perdono, fatta anche alle donne, per essere state misconosciute nel loro valore, nella loro dignità e nelle loro prerogative e tante volte sottoposte a violenze di vario tipo, anche da parte dei figli della Chiesa. Questa dichiarazione permette di affrontare con rinnovata speranza i passi non semplici che donne e uomini sono chiamati a compiere nel terzo millennio cristiano affinché la Chiesa, sacramento di comunione, possa davvero essere sale della terra e luce per il mondo.
Per approfondire:
Vanzan Piersandro e A. Auletta (a cura di), L’essere e l’agire della donna in Giovanni Paolo II, Ed. AVE, 1996
Di Nicola Giulia Paola e A. Danese (a cura di), Il papa scrive le donne rispondono, EDB, 1996