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Insieme nel cammino di Avvento

Commento ai Vangeli dell’Avvento a cura di Donatella Mottin

I domenica – Lc 21,25-28.34-36: “Vi saranno segni…”
Noi i segni non li riconosciamo più, vediamo cose, avvenimenti; leggiamo le più disparate notizie, da unioni finite di gente famose, ad abusi e violenze nei confronti delle donne; dal successo di un programma televisivo alle migliaia di civili, fra cui innumerevoli bambini, morti nelle guerre. Tutto nel calderone dei nostri occhi e della nostra testa.
In questo avvento Gesù non vuole “spaventarci” con immagini della fine di un mondo che sembra correre verso la propria distruzione, ma esortarci a imparare di nuovo a vedere quello che ci circonda con lo sguardo di Dio, per riuscire a separare le cose dai segni. Quelli che uccidono la vita e quelli che ci dicono, pur tra tante rovine, che le rinascite sono possibili, che dobbiamo togliere, senza stancarci, i calcinacci che impediscono a noi e agli altri di vedere il Regno che viene.

II domenica – Lc 1,26-38: “Rimase turbata e si chiedeva che senso avesse…”
Quel primo turbamento all’annuncio dell’angelo, ha accompagnato Maria per tutta la vita. La nascita di Gesù, i pastori, i Magi, la presentazione al tempio e tutto quanto è accaduto dopo, hanno causato in Maria turbamento e ricerca di senso. Chissà se nei quasi trenta anni di vita a Nazareth ha sperato, come madre, che tutto continuasse nella normalità della vita familiare. Quale senso poteva avere quello che l’angelo le aveva detto? Che senso hanno tutte le incomprensioni, le difficoltà, gli insuccessi le morti delle nostre vite?
Come Maria siamo chiamate/i a custodire nel cuore tutto quel turbamento; come Maria fidarsi e affidarsi all’impossibile umano. E ricominciare, di nuovo, ancora. Come Maria saper rispondere: “Eccomi”, ma ti prego fa’ che la tua presenza, ogni tanto, illumini il senso e il cammino.

III domenica – Lc 3,10-18: “Cosa dobbiamo fare? […] Vi battezzerà in Spirito”
“Cosa dobbiamo fare?”. Quante volte abbiamo ripetuto questa domanda a voce alto o nel silenzio del nostro cuore di fronte alle più diverse situazioni; quante altre volte la ripeteremo nel corso della nostra vita! Quella che il Battista indica come strada è il riconoscimento dell’umanità dell’altra/o e agire di conseguenza. Il battesimo di Giovanni è con l’acqua che purifica e chiede conversione; ma quello di Gesù è diverso: è dono e azione dello Spirito, e allo spirito dobbiamo fare spazio nel nostro cuore e nella nostra vita.
Lo Spirito di Gesù è quello che non accetta confini e tanto meno muri, che rialza chi è caduto, che dona ali a chi è stato abbattuto, che non fa distinzione di genere, lingua, nazione…
Lo Spirito di Dio è quello che soffia dove vuole e da dove vuole.

IV domenica – Lc 1,39-45: “Elisabetta fu piena di Spirito Santo”
C’è gioia, insieme a turbamento, curiosità e tanti altri sentimenti nella fretta di Maria che sale verso la Giudea. Maria entra nella casa di Zaccaria, il sacerdote, ma il saluto e l’incontro è con Elisabetta, ed è un tripudio di Spirito Santo tra donne, senza intermediari, senza sacerdoti!
Elisabetta, che ha in sé da mesi un bimbo, dono di Dio, appena vede Maria e ne ascolta il saluto, è piena di Spirito Santo che la fa benedire la giovane che ha davanti e le permette di riconoscere in lei la madre del figlio di Dio.
Questo brano di Luca viene indicato come la Visitazione. Non mi piace molto questo termine; è freddo, senza sentimenti, sembra quasi un incontro “di cortesia” come ne avvengono tanti in questo periodo. È invece un intrecciarsi di gioia e timore, di umano e divino, di possibile e impossibile: mi pare di vederle danzare queste due donne guidate dall’armonia dello Spirito…
Avviciniamoci al Natale chiedendo questo Spirito, guardiamo a quel Bambino e, almeno per qualche momento, danziamo la vita!

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