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La vita religiosa maschile

Dossier “Donna e chiesa” 16

 


La questione femminile, non ha influenzato solo gli istituti delle religiose, ma ha portato anche gli ordini maschili a riflettere su questo segno dei tempi e a verificare il loro modo di concepire le donne e di rapportarsi a loro. Ne sono scaturiti dei programmi di impegno per liberarsi dai condizionamenti del passato e per assumere degli atteggiamenti nuovi nei confronti delle donne.


Raccogliamo alcune provocazioni, offerte da due realtà religiose che nel 1995 – un anno dopo il Sinodo sulla vita religiosa – hanno stilato dei documenti che richiamano esplicitamente la realtà femminile.


 








 



 


 


 


 


 


 


 


La Compagnia di Gesù, a conclusione della XXIX Congregazione generale svoltasi nel 1995 a Roma, ha approvato e stilato un importante documento su: “I Gesuiti e la condizione della donna nella chiesa e nella società civile“. In esso i gesuiti chiedono la grazia della conversione perché sentono di far parte di una tradizione ecclesiale e civile che ha recato offesa alla donne. Pur tenendo conto che il pregiudizio contro le donne assume delle forme diverse in rapporto ai luoghi e alle culture, dichiarano che “forse inconsapevolmente, ci siamo spesso resi complici di una forma di clericalismo che ha rafforzato il dominio maschile, fornendogli una sanzione apparentemente divina“. Vi è una dichiarazione esplicita a dare una risposta alla sfida della riconciliazione tra uomini e donne, sia a livello personale che collettivo e si prospettano due vie sulle quali procedere:


·    prestare un ascolto attento e coraggioso all’esperienza delle donne. Sono molte le donne che non si sentono ascoltate dagli uomini“;


·    prendere apertamente una posizione di solidarietà verso le donne“. Si citano alcuni ambiti: le scuole e le università sono luoghi per insegnare l’uguaglianza; il sostegno ai movimenti di liberazione femminile; l’attenzione al fenomeno della violenza; la presenza delle donne nei ministeri e nelle istituzioni dei gesuiti; il coinvolgimento delle donne nei processi di decisione; il sostegno alla promozione dell’educazione; la collaborazione rispettosa; l’uso del linguaggio inclusivo; l’eliminazione della discriminazione tra i sessi nel processo educativo.


La Compagnia conclude il documento ringraziando le donne, e in particolare le religiose, che in diversi settori si sono dimostrate delle vere pioniere nel contribuire a rendere giustizia nei confronti delle donne e si impegna “in modo più formale ed esplicito a considerare questa solidarietà con le donne come una parte integrante della missione“. 

 







 

 


Anche l’Ordine dei Servi di Maria (che racchiude in sé il ramo maschile e quello femminile), ha posto attenzione al tema della promozione della donna nel Capitolo Generale celebrato a Città del Messico alla fine del 1995. Nel documento, che ha un tono di riflessione spirituale, dal titolo: “Servi del Magnificat”, la Vergine è posta in relazione alla vita consacrata. Alla luce del magnificat, il canto della liberazione, si traggono alcune prospettive e stimoli di riflessione, tra cui vi è un’esortazione rivolta ai Servi e alle Serve di Maria “ad avere di mira nella vita e nell’azione pastorale anche , perché non accada che i nostri frati e le nostre sorelle siano insensibili a tale problema o disattenti alle voci ecclesiali più autorevoli o condizionati da secolari pregiudizi“. Si invita ad assumere un atteggiamento di fiducia e di rispetto nei confronti delle donne, così come lo sguardo di Dio si è posato su Maria ed Elisabetta, nell’episodio della visitazione, così come i gesti di Gesù hanno affermato la pari dignità dell’uomo e della donna nel discepolato.


Mentre si auspica apertura e attenzione al mondo femminile, c’è l’invito a liberarsi dalla paura di affrontare la questione della promozione della donna. Per un’applicazione pratica dei principi i Servi di Maria s’impegnano a:


·      collaborare e dissipare atavici pregiudizi; a combattere il maschilismo aggressivo e arrogante, profondamente antievangelico; a rimuovere gli ostacoli che si oppongono alla realizzazione di una effettiva parità tra uomini e donne“;


·    appoggiare le istanze dei movimenti che, come riconosce il Santo Padre, lottano “;


·    favorire l’impegno di quanti mirano al riconoscimento giuridico del ruolo che le donne svolgono di fatto in vari settori – apostolico, accademico, culturale, amministrativo…- della vita della Chiesa“;


·      promuovere nelle nostre associazioni, istituzioni pastorali ed educative una effettiva, paritaria cooperazione, fondata sul riconoscimento della sostanziale uguaglianza e pari dignità tra donne e uomini“.


Come Chiesa occorre rinnovare l’impegno ad annunciare con parole ed opere il messaggio di liberazione di Gesù e promuovere una mentalità di reciproca accoglienza in cui gli uomini e le donne consacrate esprimono la bellezza divina, che racchiude in sé il maschile e il femminile.

 


Per approfondire:


 


Giovanni Paolo II, Vita consecrata, Libreria Editrice Vaticana, 1996


Compagnia di Gesù, “I gesuiti e la condizione della donna”, in Il Regno, 13/1995


Servi di Maria, Servi del Magnificat, Servitium Editrice, 1995