Dossier “Donna e bellezza” 8
Coreografa e insegnante di danza contemporanea Lucia Chemello fin da piccola ha utilizzato il corpo come la forma più naturale per comunicare. La danza è stata il suo primo approccio nel mondo dello sconosciuto, dell’inespresso e ha dato senso e salute alla sua vita. Attraverso il movimento riesce a dare forma ai sentimenti e alle emozioni che sgorgano in lei e li trasforma in immagini comprensibili e svelatrici. Questa sua scoperta personale la porta oggi a lavorare con persone con disagi “scritti nel corpo”, un corpo che spesso non è visto né sentito. Lucia è una donna che ama la bellezza della danza, ed è convinta che l’espressione corporea sia il mezzo più diretto e visivo per liberare la psiche dalle paure e dalle angosce che l’attanagliano. Attraverso il linguaggio della danza si comunica al di là delle parole, ritrovando il legame interno, profondo con sé e con l’altro. Nella sua idea di danza bisogna essere recettivi e sospendere il giudizio, in quanto gli atteggiamenti sospettosi ostacolano l’alleanza tra se stessi e gli altri. Per lei è importante nutrire un’immaginazione viva e una ricca vita fantasmatica; occorre perciò avere dimestichezza con la letteratura, la poesia, il teatro, il cinema, le favole. Infatti, il mondo delle produzioni immaginative attinge alle esperienze universali e sono proprio queste esperienze che avvicinano tra loro gli esseri umani. Lei sostiene che le persone possiedono un istinto naturale per danzare, così come per giocare, nutrirsi, corteggiare. Il corpo, quindi, parla e si esprime attivamente. Attraverso la danza ci si avvicina a noi stessi, agli altri e quindi al proprio corpo, “come una madre col bambino, con manifestazioni non solo verbali, ma con con-tatto, con cura e con amore. L’esperienza corporea nella danza è osservazione, è ascolto della realtà, è occasione per interrogarci, per svelare ciò che nascondiamo”. Il corpo nel gioco della danza immette la persona nell’avventura della comunicazione e della ricerca quotidiana, personale e segreta del significato dell’esistenza.
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Per questa donna artista, appassionata della danza colta come movimento dell’anima e quindi un movimento interiore, la bellezza è l’incontro soggettivo con la vita. “Io penso che ognuno di noi possiede il dono della propria bellezza, originale, unica, irripetibile, da esprimersi anche negli atti più semplici del nostro quotidiano. Cercando dentro di noi questa bellezza, riusciamo poi a metterci in contatto e ad integrarla con le bellezze altrui e quindi potremo comunicare, usare un linguaggio trasversale, ma comune, dove l’apparire lascia lo spazio all’essere, dove l’avere lascia lo spazio al fare, al dare. L’arte, nel mio caso l’espressione della danza è un canale che mi ha portato e mi porta alla com-prensione di me stessa, corpo e anima, nell’incontro con gli altri. Nella coreografia, usando un linguaggio gestuale, si staccano le redini della razionalità, per avvicinarsi di più al cuore, al proprio sentire, nudo, senza orpelli e senza sovrastrutture, senza maschere per difenderci da “ombre” minacciose; è entrare dentro la vita per riuscire a scoprirla, come “Ciaula” scopre la luna dopo giorni e giorni di buio. Il mio desiderio è che ognuno riesca a dare un senso, personale, ma anche comunicabile alla propria vita senza sentirsi “inquilini”, arrivati per caso in una casa qualsiasi, ma individui che occupano il proprio spazio vitale e lo condividono con gli altri. L’egoismo dilagante di oggi, costringe la persona a chiudere gli occhi di fronte sia alle cose brutte, che alle cose belle, nulla per l’egoista è meritevole di attenzione al di fuori di sé; una corazza che difende dai falsi dolori, ma che alla fine stritola l’individuo. Aprire e diventare concavi non significa perdersi, ma ritrovarsi in una bellezza che richiama l’armonia e l’energia, unite sinergicamente insieme”.
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