Convegno 2006
Tra i mille impegni quotidiani e il continuo bersagliamento dei media non è facile, se non si è aiutate, mantenere uno stile di vita cristiano ed un certo equilibrio mentale. Nel gruppo infatti, di volta in volta si riprende ossigeno, si rinsalda il proposito di essere fedeli alla propria identità femminile e si al-mentano le energie per continuare ad essere nella quotidianità un riflesso dell’amore di Dio che è padre e madre. Que- sto avviene attraverso il confronto con diverse
figure femminili: bibliche, storiche e attuali, con la lettura della Bibbia e riflet-tendo sulle realtà della vita che noi stesse, come donne, viviamo.
E proprio di una donna, “Marcella dell’Aventino”, abbiamo fatto conoscenza nel XXIII Convegno dei Gruppi AM.OR che si è svolto il 6 Maggio a Bre-ganze presso la Casa Madre.
Quante volte, invece, io mi accon-tento di conoscere le cose in modo sommario?
Un altro aspetto affascinante di Mar-cella è la sua capacità di essere ama-bilmente autorevole, riuscendo così ad ottenere che persino Girolamo, studioso di grande competenza nelle Scritture, che nel parlare sapeva incantare, ma aveva un carattere impulsivo ed iracondo, trovandosi davanti ad una donna come Marcella, stesse in guardia, temendo di essere da lei disapprovato.
Ora mi chiedo: e io, quanto riesco ad essere incisiva?
Mi ha particolarmente incuriosita il fatto che di Marcella non è rimasto nessuno scritto e che è solo grazie alle lettere di Girolamo a lei indirizzate e ad altri suoi scritti, che la si è potuta conoscere.
Di quante donne, che con il loro agire hanno inciso nella storia, non
La sensazione generale è che noi donne dobbiamo sempre ricominciare tutto da capo, forse proprio perché ci manca una memoria storica del cammino spirituale e culturale delle donne.
Nella riflessione di gruppo, che ha seguito l’esposizione della Simonelli, si è detto che spesso “dietro ad un grande uomo, c’è una grande donna”.
C’è da chiedersi:
Quanto è voluto o imposto questo nascondimento delle donne? Può sempre bastare essere presenti per suggerire o è necessario a volte scendere in campo come donne in prima persona?
Per quanto mi riguarda, sento di avere la responsabilità di testimoniare con la mia vita Cristo risorto e, come donna, moglie e madre, lo posso fare, partendo dalla mia famiglia, educando all’acco-glienza, alla giustizia, alla pace e all’amore per la Parola.
Di tutto il Convegno l’emozione più forte è stata per me deporre un mazzo di calle sulla tomba di Madre Giovanna durante la preghiera conclusiva. Non so perché è toccato pro-prio a me, ma mi sono sentita ancora una volta graziata.
Tania Leonardi