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Osservatorio diocesano sulla relazione uomo-donna

Dossier “Donne e chiesa” 9







   In un contesto culturale in cui si esige una compartecipazione piena di uomini e donne alla vita sociale ed ecclesiale, a Milano è sorto l'”Osservatorio diocesano sulla relazione uomo-donna“, costituito dal cardinal Martini nel 1999. Esso pone le sue radici nel “Gruppo Promozione Donna” di Milano, che è riuscito nell’intento di fornire ai sinodali della Diocesi, una decina di anni prima, il “pensare delle donne”, non solo con un cammino di preparazione che si è sintetizzato con un convegno, i cui atti sono stati pubblicati con il titolo: L’utopia dell’intendersi. Il Sinodo delle donne (ed. In Dialogo , Milano), ma anche con una forte presenza di donne al Sinodo stesso


 


Concluso il Sinodo, il “Gruppo Promozione Donna” ha maturato l’idea di portare la propria riflessione sullo specifico femminile all’Assemblea Ecumenica Europea di Graz (1997). Sotto forma di lettera aperta è stato presentato un documento intitolato: “Cari uomini vi scriviamo” in cui, sulla linea della Mulieris Dignitatem, si è sollecitato l’interlocuzione, il dialogo, affinché il genio femminile diventasse possibilità ed occasione di incontro con il genio maschile.


Il tema della relazione uomo-donna è diventato una via di attuazione della riconciliazione, che ha portato alla costituzione dell’Osservatorio, su richiesta del Consiglio Pastorale Diocesano. Il suo intento è quello di “monitorare, di essere strumento di consulenza e richiamo di attenzione a tutti gli uffici della Diocesi, per poter fornire strumenti, metodi e criteri che pongano continuamente come obiettivo la costruzione della relazione, a partire dalla relazione primordiale uomo-donna, promuovere interventi ed orientamenti pastorali tesi alla relazione“.


L’Osservatorio è composto, secondo lo statuto, da 26 persone: 20 sono nominate da vari soggetti (il Consiglio Diocesano, il Coordinamento di Movimenti, Associazioni e Gruppi, i rappresentanti dei Religiosi e delle Religiose), 6 persone sono di nomina diretta. La Presidenza, affidata a un uomo e una donna, rispecchia la partecipazione paritaria dei membri: metà uomini e metà donne. Ci sono inoltre due consultori non appartenenti all’ambito ecclesiale. 


Per costruire relazione questo organismo ha adottato un metodo di lavoro per piccoli gruppi e opera senza leadership. Sia per le donne che per gli uomini è un percorso inedito, difficile; un percorso che non vuole raggiungere la promozione delle donne, ma le relazioni tra le diverse componenti, tenendo conto che qualsiasi tipo di relazione sociale non può prescindere dalla relazione primordiale che è quella uomo-donna. Ciò implica una presa di coscienza della piena libertà, della differenza, della specificità, dell’identità di entrambi, in un rapporto di reciprocità.


Questo è anche l’impianto di ogni tipo di relazione, che deve tener conto di parametri universali: il riconoscimento delle differenze, dei diritti, delle specificità, la valorizzazione e il rispetto di ciascuna componente, l’ascolto nella reciprocità.


A partire dall’interrogativo se la relazione fosse costitutiva dell’essere persone, si è sviluppata una riflessione dal punto di vista filosofico, psicologico, antropologico e teologico. La ricerca ha dato fondatezza teorica ad un percorso di osservazione che assume la ‘relazione‘ come idea-guida e criterio di valutazione dei programmi, ma che vuole anche essere proposta come strumento di azione pastorale.


I risultati emersi hanno posto l’osservatorio nella condizione di dotarsi di una griglia per leggere documenti, testi, programmi, discussioni e verificare in che misura la costruzione effettiva delle relazioni fosse rispettata, perseguita, facilitata e dove le responsabilità fossero vissute a pieno titolo, da parte di tutti i partecipanti, uomini e donne.


La traccia ha evidenziato uno schema verticistico; stereotipi e luoghi comuni che creano un clima di diffidenza; la difficoltà di individuare degli spazi nuovi di ruoli e responsabilità condivisi; la necessità di delineare meglio il discorso della differenza e dell’unità nella persona umana e l’urgenza di creare tracce di ricerca per uscire dalla logica maschile della vita ecclesiale. L’Osservatorio vuole proporsi ai vari soggetti pastorali come luogo di indagine, riflessione, ricerca, confronto per coltivare e ricomporre le relazioni, armonizzare le due componenti essenziali della natura umana per agevolare la partecipazione di tutte le componenti della comunità ad una vita ecclesiale più piena. A distanza di due anni, e ancora in fase di elaborazione, questo organismo offre una speranza di futuro per la chiesa, focalizzando l’attenzione sul problema di fondo: “come consentire alla società ecclesiale di avvalersi di tutti i carismi, a partire da quelli che rendono specifico l’essere uomo e l’essere donna, e costruire una comunità che non imponga alla parte femminile della popolazione di esprimersi sempre e solo in chiave maschile“.