13 maggio 2020
In questo tempo quel che si vive si vive tutto allo stato puro. Non c’è niente di diluito – con impegni, chiacchiere – niente di superfluo. Tutto è essenziale, puro. Anch’io bado all’essenziale, cerco cosa mi è indispensabile: il cibo, la testa libera da pensieri pesanti, un sonno che ristora. Sto ogni giorno nell’orto, tolgo erbacce, do un po’ da bere, guardo i colori e quel che cresce, odoro le erbe profumate.
Quando chiama un’amica cerco di condividere i pensieri, le scoperte che ho fatto, una nuova ricetta, un articolo che dà speranza. Leggo poesie. Mi danno fastidio i testi che contengono invettive o previsioni catastrofiche a lungo termine. Cerco di stare nel presente. Mi sento come non mai parte di un’umanità con cui condivido una sorte comune. So di vivere in una situazione privilegiata, sono in salute, ho una casa, non mi manca di che sostentarmi. Mi manca la possibilità di essere d’aiuto nelle forme in cui potevo praticarla quando non era pericoloso incontrarsi, ma credo che per ora il mio essere vicina con il cuore a quanti non posso avvicinare abbia un valore.
Una volta la settimana cucino molto e non solo per me. In questo tempo mi dà maggior soddisfazione fare la pasta, trovare nuovi modi di preparare il cibo. Il giorno dopo, andando alla casa di mia madre dove mi fermo per un po’, porto il cibo che ho preparato anche a mia figlia. E al mattino, al risveglio, prego ricevendo la benedizione e rimandandola al mondo.
Cerco di vivere la pace.
Paola