Riedizione dell’opuscolo inviato da Elisa Salerno a Benedetto XV nel 1917
A novant’anni dalla stesura, viene dato nuovamente alle stampe l’opuscolo di Elisa Salerno Per la riabilitazione della donna, occasione che sentiamo propizia per rimettere a disposizione di quanti si vogliano accostare a questa singolare figura, l’accorata domanda di giustizia nei confronti della donna, che il testo e l’intero programma della scrittrice cattolica ha fatto e continua a fare, in uno scenario per tanti aspetti cambiato, per altri ancora in gestazione. Il destinatario dello scritto posto come sottotitolo all’opuscolo, Al Sommo Pontefice Benedetto XV, ci è sembrata una felice coincidenza, per vedere in questo tempo, nel quale è chiamato a reggere la Chiesa Benedetto XVI, un’ulteriore conferma all’intento di ripresentare quest’opera coraggiosa e di renderla ancora oggi oggetto di un’appassionata lettura e riflessione. | |
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Per la riabilitazione della donna è il trattato sistematico di Elisa Salerno che per contenuti e per stile, potrebbe essere definito Summa muliere, quale risposta della scrittrice cattolica alla Summa teologica e alla Summa Contra Gentiles di Tommaso d’Aquino, con lo scopo di far risorgere la donna da un orribile male da cui era stata colpita, anche grazie alla dottrina dell’Aquinate circa la natura e la vocazione della compagna dell’uomo. Il testo in causa ebbe un travaglio e un percorso abbastanza lungo e difficile. Nato come lettera privata a Papa Benedetto XV nella quale raccogliere tutti gli errori del tomismo circa la donna e le difese che lei stessa formula, si evolve in opuscolo, in quanto non trovò mai la via per arrivare in Vaticano se non in forma di pubblicazione. |
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Ripetuti furono i tentativi tramite l’arcivescovo di Pisa, il cardinale Maffi e il vescovo di Vicenza, mons. Ferdinando Rodolfi, dai quali ebbe solo apparenti consensi, ma mai un aiuto effettivo. E’ questa un’esperienza che segnerà non solo il suo pensiero e i suoi scritti successivi, esito di una ricerca e lettura critica delle pubblicazioni e dei libri cattolici giudicati antifemministi, ma tutta la sua vita, specialmente sotto il profilo spirituale. Sono gli anni di una vera e propria crisi di fede che deriva dall’aver scoperto quanto, uomini autorevoli possano influire sul dilagante antifemminismo nella Chiesa, e come quest’ultima si rifacesse più a tali idee che al fondamento biblico circa la creazione della donna e la sua dignità.Non si può negare il coraggio con cui Elisa Salerno, in quegli anni, scrive questo esposto: è un tempo nel quale la donna non solo non ha diritto di parola, ma anche di lei si parla poco, se non per escluderla da quei circoli vitali che sarebbero fortemente stimolati e arricchiti dalla sua presenza.
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