ITINERARIO PER I GRUPPI AM.OR 2008 – 2009
Abbiamo tutti un profondo bisogno di credere. In risposta a ciò Dio ha posto nel nostro cuore il dono della fede che spesso giace, poco apprezzato o dimenticato. Uno strano torpore sembra tenerci lontani da un coinvolgimento pieno per la vita; come tanti “Ulisse” ci si lascia incantare da sirene seduttrici che fanno dimenticare la meta del viaggio.
Si investono tante energie per fare cose grandi, importanti; si corre si cerca e … si dimentica che un po’di fede, tanta quanto un granello di senape, ci farebbe spostare alberi e montagne!
La fede, risposta “fedele” ai grandi sogni dell’umanità, è in armonia con il sogno di Dio, quello che Egli ci ha rivelato nelle scritture e soprattutto in Gesù Cristo.
Quando ci allontaniamo da questo sogno il nostro cuore inaridisce nell’indifferenza, nello scetticismo, nel cinismo.
Ho letto da qualche parte: “Il malessere della situazione attuale dipende dalla scissione tra spiritualità e il resto delle nostra vita”. Con il percorso di quest’anno vorremmo evocare le dimensioni dimenticate di cui la nostra anima conserva ancora qualche eco, riflettendo sulla vita di fede in chiave simbolica per riscoprirne significato.
Desideriamo ridare vita ai simboli per stabilire una relazione tra tutti gli ambiti in cui spazia la mente e per favorire una sintesi tra il mondo concreto e spirituale.
L’aspetto fisico della vita segna la concretezza dei passi, quello spirituale dà direzione e significato al cammino.
Nel percorso ci proponiamo di considerare la persona nella sua totalità, studiando le interazioni tra l’aspetto fisico e psichico, mentale e spirituale; potrà essere un cammino “curativo”, cioè volto a sanare le “spaccature” accumulate nel tempo e un cammino “creativo”, cioè capace di far emergere la coscienza di essere oltre che figli dell’uomo, figli di Dio.
Recuperare il valore del simbolo, per saper “mettere insieme” passato e presente, per “porre con,” cioè recuperare tante relazioni interrotte, dimenticate o sofferte, per “avvicinare” due metà che erano state separate.
L’uomo è per sua natura simbolico in quanto tende a collegare la vita terrena a quella trascendente, non fosse altro che per superare l’angoscia della morte e della assenza di un senso da dare alla propria vita.
Essendo l’anno dedicato a S. Paolo, per il confronto con
L’avventura umana di Cristo ripropone l’avventura della coscienza di ogni singola persona che accetti di riconoscere in sé la luce vera che illumina ogni uomo (Gv 1,9), che si dispone ad una nuova nascita.