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SENTINELLE CHE ANNUNCIANO LA LUCE

Convegno 2010

SENTINELLE CHE ANNUNCIANO LA LUCE
 
Questo è il tema dell’annuale Convegno dei gruppi AmOr che si è tenuto a Breganze il 17 aprile scorso.

Il compito di guidare la riflessione è stato affidato a Maria Teresa Stimamiglio responsabile della catechesi degli adulti della Diocesi di Padova.

Prima di parlare del Convegno è forse opportuno svelare a chi non li conosce cosa sono i Gruppi AmOr (AMici delle ORsoline). Essi sono gruppi di formazione costituiti da donne che si ritrovano, a livello locale e con cadenza mensile, per approfondire tematiche sociali, familiari e personali alla luce della Parola di Dio. La naturale conclusione di un anno di cammino è un convegno dove le tematiche affrontate negli incontri locali trovano una sintesi e un dialogo comune.

Ed è proprio con un dialogo tra la relatrice e le persone presenti che si sono aperti i lavori del convegno.

Lo stimolo alla riflessione è stato dato dalla ricerca dei possibili significati da attribuire all’invito ad essere sentinelle annunciatrici di luce nella complessa società contemporanea, troppo instabile e difficile da interpretare e che, a volte, sembra mostrare solo oscurità.

Spesso ci si sente come le donne che si recarono alla tomba di Cristo di buon mattino (Luca 24,1-12), tristi e impaurite perché pensavano che la morte avesse vinto sulla vita, sui sogni di un mondo migliore, sulla giustizia, sui valori per i quali avevano cambiato la loro vita, su quel semplice e grande messaggio d’amore che era sembrato loro la regola più chiara, schietta e positiva da mettere in pratica.

E poi quella reazione degli Apostoli al loro annuncio della Resurrezione di Cristo!  “E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e agli altri …… Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse.”(Luca 24, 9-11) Non è forse anche oggi la reazione di tante persone quando si cerca di portare un messaggio positivo, di dire parole di speranza, di raccontare esperienze feconde.

E allora come si reagisce? Di solito si tende più a rifugiarsi nel rimpianto della fede del passato che non a cercare segnali positivi nel vissuto presente.

La distribuzione del segno alla conclusione del ConvegnoEppure il fatto che proprio quelle donne normali, di cui si sa poco se non i nomi sono le prime beneficiarie dell’annuncio pasquale, donne semplici, donne anonime ma capaci di narrare le meraviglie che Dio opera nelle loro vite, dovrebbe dare coraggio e fiducia perché ognuna possa sentirsi chiamata ad essere sentinella che annuncia la luce della resurrezione, investita della responsabilità di comunicare ciò che dona gioia, ciò che sorprende, ciò che aiuta a comprendere.

La risonanza interiore di quanto discusso nella prima parte del convegno è stata poi portata nei lavori di gruppo. Ne è uscita la consapevolezza diffusa che è necessario allenare le nostre facoltà a leggere il mondo di oggi, accettare il nostro ambiente anche se ci disorienta perché niente è più come prima.

Oggi siamo coscienti che è’ finito il Cristianesimo sociologico, non si è più cristiani perché lo erano i nostri genitori, per tradizione. Oggi si diventa cristiani , si sceglie di essere cristiani. Ci sono persone in grado di testimoniare che si può ancora stare dentro un progetto di vita con integrità, nonostante i limiti del quotidiano, senza l’atteggiamento di quelli che danno sempre risposte, ma con l’umiltà della condivisione e l’inquietudine delle domande.

Dalle nuove etnie che ci abitano vicino viene più spesso la domanda e la provocazione a riflettere su ciò che abbiamo perso. Soprattutto questi nuovi ponti di relazione ci aiutano a riscoprire il cuore dei nostri valori, ma anche a prendere coscienza che forse si continua a difendere modelli di relazione che si sono svuotati del contenuto originario di solidarietà, dialogo e apertura.

In questo momento storico le situazioni di negatività sono tante: sul fronte del lavoro, della fragilità familiare, dell’aridità sociale, delle contraddizioni e del peccato presente anche all’interno della chiesa stessa ed è sempre più arduo entrare in questa complessità con uno stile evangelico.

Va quindi messa in moto la tenerezza e la ricerca di altri cammini possibili.

Il Signore ci parla in questo tempo difficile e ci dice “non abbiate paura, il Signore è presente, è iniziato un tempo nuovo”.

Dio è ancora presente nella nostra storia. C’è un ventre gravido di novità ed è sempre più necessario rieducare il nostro sguardo verso le persone e verso il mondo in modo da comunicare e proclamare il cambiamento che scaturisce dalla Resurrezione.

Alla fine le riflessioni di gruppo sono state riassunte in una preghiera.
                                                                                                                                        Lucia Rodighiero