Riflessioni al femminile dal convegno inter-facoltà di Padova
Venerdì 12 aprile 2019 si è tenuto a Padova, nella
sede della Facoltà Teologica del Triveneto, il convegno «Sinodalità: una chiesa di fratelli e sorelle che camminano e decidono insieme»,
al quale ho potuto partecipare come volontaria del CDS Presenza Donna. In
questa sede, è stato per me molto interessante poter ascoltare teologi e
teologhe che hanno preso parte alla riflessione circa la questione de «La sinodalità nella vita e nella missione
della chiesa» (oggetto di studio
della Commissione Teologica Internazionale).
I molteplici contributi portati
dai relatori rispetto al tema della sinodalità sono stati ciascuno a suo modo
coinvolgente, perché capace di presentare questioni, stili, dinamiche e
documenti che, osservati e studiati in modo complessivo, hanno dato (e
continuano a dare) vita al cammino del popolo di Dio. Dalle riflessioni emerse
nel gruppo di lavoro «Formare ad una “mentalità
sinodale”» moderato dalla teologa Assunta
Steccanella (Facoltà Teologica del Triveneto), ad esempio, ho compreso come
la sinodalità passi prima di tutto attraverso la necessità di una mentalità nuova nel cristiano, il quale
deve accettare di entrare consapevolmente in un processo di conversione costante,
pastorale e missionaria, consistente proprio in un rinnovamento di mentalità,
attitudini, pratiche e strutture per essere sempre più fedele alla sua
missione. Pertanto, da un lato ogni battezzato è chiamato ad essere discepolo
sinodale, attraverso una formazione alla mentalità sinodale stessa, dall’altro
va promossa una chiesa attenta ad ogni persona, capace quindi di vivere il
dialogo a tutto campo, in un atteggiamento di ascolto radicale «ad intra» e «ad
extra».
L’intervento di Serena Noceti (Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana), «Elaborare decisioni nella chiesa: una prospettiva ecclesiologica» ha
avuto come filo conduttore il tema della responsabilità decisionale nella
chiesa. La teologa, nel presentare la
sua riflessione, si è avvalsa anche di apporti che provengono dalla sociologia
delle organizzazioni, per mostrare come l’atto di decidere sia un
processo articolato in più fasi conseguenti. Noceti ha poi sviluppato il
discorso soffermandosi sulla visione
processuale del decidere, evidenziando come, tra le strutture di
partecipazione ai processi decisionali (consigli pastorali, presbiteriali ed episcopali),
debba nascere una governance cooperativa che a livello di chiese locali dia modo alle varie componenti di confrontarsi
per «dar vita a processi che
costruiscano un popolo» (EG 224).
Molto interessanti sono state due problematiche evidenziate dalla teologa al
termine del suo discorso. Per quanto riguarda la prima, rispetto alla questione
del genere, è stato sottolineato il
fatto che «nei
processi decisionali della chiesa, a tutti i livelli, è incontestabile la
presenza di un gap di genere tra uomini e donne: evidentemente solo un processo
articolato nell’elaborare decisioni può custodire la parola autorevole delle
donne e valorizzare l’apporto di esperienza e competenza che è loro proprio». In
relazione alla seconda, invece, circa il «noi ecclesiale» prospettato dal Concilio Vaticano II,
l’accento è stato posto sulla necessità di passare da una leadership a matrice
tradizionale ad una leadership
trasformativa, affinché il vescovo, che per suo ruolo può animare i
processi decisionali, non manchi di avere la forza di coinvolgere in decisioni
corali quanti sono chiamati a guidare una chiesa locale.
Le due
proposte di Steccanella e Noceti, tra le altre, mi hanno fatto riflettere in modo
particolare, forse perché mi hanno permesso di approcciarmi al tema della
sinodalità in modo nuovo e più specifico, rispetto a quanto fatto finora
nell’ambito della pastorale giovanile vicentina. Se da un lato, infatti, il mio
essere giovane donna mi ha permesso di vivere in prima persona le varie fasi
diocesane del sinodo indetto da papa Francesco «I giovani, la fede, il discernimento vocazionale», dall’altro mi ha provocata sul
significato della parola «sinodo» declinata unicamente ad una porzione di chiesa,
quella dei giovani. Nel contesto del convegno padovano, ho capito, invece, che
la parola sinodo è chiara espressione di una vocazione innata della chiesa, quella di
mettere in comunicazione tutti i suoi protagonisti (il popolo di Dio) affinché
compiano un cammino di fede condiviso, fraterno e vissuto nella
corresponsabilità.
Lara Iannascoli