Una pubblicazione che presenta la scrittrice vicentina a partire dai suoi rapporti epistolari con le diverse personalità dell’epoca
Una penna inquieta. Lettere scelte di Elisa Salerno, centocinquanta delle oltre mille che compongono il suo epistolario e che contribuiscono a gettare nuova luce su una figura di donna non ancora sufficientemente conosciuta, ma considerata una precorritrice del femminismo cristiano in Italia. La novità è data dalla pubblicazione di Lettere scelte, qualche volta a malincuore, perché scegliere vuol dire eliminare, selezionare, ridurre. Il Centro Documentazione e Studi “Presenza Donna”, depositario del Fondo archivistico della Salerno, ha curato questa rassegna pubblicata dalle Edizioni Messaggero di Padova, che offre uno spaccato, una chiave di lettura particolare dell’intero epistolario, in quanto rappresentativa di argomenti e destinatari; i problemi infatti che bruciavano il cuore ad Elisa Salerno spesso erano sottoposti, attraverso lettere appunto, a più persone, con gli stessi toni, la stessa passione, la medesima insistenza, nella grande speranza che in ambito ecclesiale, come in ambito civile, si aprissero le porte giuste per combattere l’antifemminismo imperante, che da secoli penalizzava la causa santa della donna – per usare le parole della stessa Salerno – con i suoi tremendi pregiudizi. |
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Raccontare di Elisa Salerno non è facile: farla parlare attraverso le lettere è sentirla viva e percepire l’attualità del suo messaggio. Una penna inquieta, perché inquieti e sofferti sono stati i lunghi anni della sua vita, testimoni di una lotta tenace, dettata da una fede incrollabile.
Scorrendo le “lettere scelte” ci si trova come a visitare una mostra di pittura: i vari quadri ne descrivono la vita presentata attraverso i temi per i quali più fortemente ha combattuto. Il libro ci accompagna in una serie di passaggi che, mentre ci aiutano a conoscere ulteriormente la scrittrice, ci presentano l’evoluzione del suo pensiero. Attorno alla causa santa troviamo il primo nucleo di lettere dove esprime la sua convinzione e motiva la sua lotta appassionata. Ma perché proprio nella Chiesa crescono erbe cattive? E’ quanto si chiede nel secondo quadro. Dopo aver constatato la santità della causa e la cattiveria che si annida in determinati ambienti riguardo alla donna, Elisa Salerno esprime il suo atto di fede: sono cattolica dall’antifemminismo in fuori. È commovente il suo impegno, la sua dedizione attraverso la diffusione di libri e del giornale da lei stessa fondato e diretto: è una lavoratrice del pensiero, come dimostra la quarta parte del libro, una donna che studia, si documenta e parla in nome dei diritti delle donne, che – nel campo lavorativo soprattutto – si propone di educare. La battaglia di una vita sorretta e alimentata da una fede incrollabile in Gesù Cristo, mistica fune che la tiene unita alla Chiesa.
Grazie a Una penna inquieta possiamo conoscere un po’ più da vicino le sofferte inquietudini che hanno contribuito al cambiamento della storia delle donne, partendo da storie sconosciute e nascoste, che forse hanno cercato tutta una vita spazi di espressione.
La pubblicazione di questo epistolario vuol essere un modo per tener viva la memoria delle sue lotte; d’altro canto, attraverso le lettere della Salerno, è possibile ricostruire non solo il piccolo mondo vicentino della prima metà del Novecento, ma anche il più vasto scenario italiano ed europeo entro il quale una donna sola e coraggiosa affidava alla penna il suo grido di giustizia
(Dalla Presentazione).
Una penna inquieta. Lettere scelte di Elisa Salerno, a cura del Centro Documentazione e Studi “Presenza Donna”, Edizioni Messaggero, Padova, 2002.