Partenariato con i volontari del Servizio Civile di Bassano
Martedì 6 febbraio, con gli altri miei colleghi volontari, ci siamo dati appuntamento all’informagiovani di Bassano per uno degli incontri di partenariato con i volontari del Servizio Civile di Bassano; è stato un impatto inusuale ma molto confortante ed interessante! Una ventina di ragazzi e tutti con interessi diversi che hanno plasmato poi nel proprio servizio: c’era chi collaborava con un progetto di doposcuola organizzato dal proprio comune, chi prestava servizio lì, all’informagiovani, per aiutare altri ragazzi ad orientarli in ambito lavorativo o a livello di istruzione e c’era chi collaborava in ambito culturale con la biblioteca civica di Bassano (Musei Biblioteca Archivio). Questi ultimi, Davide ed Elisa, ci hanno illustrato in anteprima la mostra fotografica di Robert Capa, un fotografo che immortalò scenari di guerra testimoniando la paura, il coraggio e il dramma della gente comune ai tempi della Seconda Guerra Mondiale; la mostra è stata ospitata nella biblioteca comunale di Bassano, in una cittadina simbolo degli orrori della guerra, ma anche testimone di una resistenza che ha caratterizzato la storia e il vissuto del popolo bassanese.
La mostra è suddivisa in diverse aree geografiche seguendo le scie del grande conflitto mondiale come la Russia, la Cina, la Francia, la Spagna e Israele; la cosa che mi ha colpito è che nonostante i tratti fisici diversi, le persone assumevano tutte la stessa espressione e questo distrae l’osservatore da una visibile distinzione etnica. Erano tutti uguali in questo vissuto, accomunati da un destino di tristezza e perdita… Questa è stata secondo me la genialità di Robert Capa! Ha saputo ritrarre soldati, partigiani, donne e scene di vita quotidiana che comunque testimoniavano il volto della speranza in tutti i suoi interlocutori, da chi piangeva disperato la morte di un figlio, a chi rimaneva apparentemente impassibile di fronte a certi orrori, da chi ha ritrovato il proprio amore, a chi si distraeva chiacchierando in un rifugio antiaereo; tutti desideravano solo che tutto questo finisse, anche un potenziale “nemico”; per l’artista erano tutti nella stessa triste situazione…
Una cosa non facile da spiegare: chi potrebbe provare empatia per coloro che si sono schierati con ipotetici nemici, eppure lui attraverso le sue foto ci è riuscito benissimo! Come per esempio, nella foto che più mi ha colpito, dove viene immortalata una donna colpevole di aver avuto un rapporto con un soldato nazista (dal quale ha avuto un figlio), esibita e umiliata pubblicamente in maniera spregevole da chi veniva considerato dalla parte dei “buoni”, rasata e fatta sfilare in piazza come fosse un fenomeno da baraccone; qui Robert Capa ha immortalato il dramma nel dramma, infatti l’osservatore non riesce a giudicare questa donna per le sue scelte sentimentali, può provare solo che pietà per lei e per il bambino che tiene in braccio, l’unica cosa meravigliosa sulla quale posa lo sguardo, quasi per estraniarsi dalla crudeltà da cui è circondata attraverso la tenerezza del figlioletto. Devo dire che questa foto, nonostante sia forte, mi ha fatto molto riflettere su cosa sia una presa di coscienza… Una cruenta ma positiva rivelazione!
È stata davvero un’interessante giornata all’insegna dell’arte, ma soprattutto all’insegna del senso etico che non dovremmo mai abbandonare; vi consiglio vivamente di visitare questa mostra dove vi attenderanno delle bravissime guide che, motivate dalla propria passione, vi accompagneranno in questa visita come dei veri professionisti e non solo come volontari del Servizio Civile!
Laura